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Al momento viaggiare in aereo sembra una prospettiva lontanissima, ma nell’attesa di ritornare alla normalità vi facciamo sognare con una info davvero succulenta. Qual è una delle menate peggiori che possono capitare durante un volo? Ok, turbolenze inquietanti, vicini puzzolenti, cibo scadente. E poi? Esatto: i bambini. Trascorrere ore di volo vicino a uno o più bambini può essere davvero un supplizio. Urlano, piangono, disturbano. E voi che sognavate di calarvi sugli occhi la mascherina e abbandonarvi tra le braccia di Morfeo, siete costretti a trascorrere il tempo con quell’odioso trapano nelle orecchie.

Bè, sappiate che qualcosa sta cambiando. La sgamatissima Japan Airlines ha trovato una soluzione a questo inconveniente. Durante la prenotazione online sarà possibile controllare quali sono le postazioni già occupate da bambini di età compresa tra gli otto giorni e i due anni: così potrete scegliere consapevolmente il posto dall’altro lato dell’aereo, lontanissimi dai capricci e dalla vivacità dei pargoli. Iniziativa simile l’ha intrapresa AirAsia X, che ha deciso di riservare ai passeggeri adulti una zona appartata dove i minori di 10 anni non sono autorizzati a sedersi.

L’idea va comunque perfezionata. Già, perché chi prenota prima degli altri non può sapere chi occuperà i posti vicino al suo. Inoltre, l’icona che segnala la presenza di un bambino non compare in caso di gruppi turistici o di cambi di aereo dell’ultimo minuto. Le baby emoji non appaiono nemmeno se il posto è prenotato tramite un biglietto premio e se la selezione dei posti è fatta tramite strumenti diversi dal sito internet. Quindi insomma, bene ma non benissimo.

In ogni caso, nonostante molti considerino queste trovate discriminatorie, spulciando tra i commenti social è facile riscontrare anche gente entusiasta. “Grazie, Japan Airlines, per avermi avvertito su quali sono i posti dove i bambini hanno intenzione di urlare e piangere durante un viaggio di 13 ore – ha twittato tale Rahat Ahmed – Dovrebbe essere obbligatorio ovunque”.

Che dite, è un’idea da importare?

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