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Sorpresa: è boom di iscritti alle università milanesi, ma non è tutto oro quel che luccica

Sembrava dovesse essere la fine di Milano. Sembrava che il Covid-19 avrebbe spinto tutti lontano dall’ombra della Madunina, relegando così il capoluogo lombardo a diventare una sorta di Busto Garolfo più appariscente.  Sembrava, ma forse non è poi proprio andata così.Sì, è vero, gli interrogativi sul futuro sono tanti, ma una cosa è certa: la voglia […]

Sembrava dovesse essere la fine di Milano. 

Sembrava che il Covid-19 avrebbe spinto tutti lontano dall’ombra della Madunina, relegando così il capoluogo lombardo a diventare una sorta di Busto Garolfo più appariscente. 

Sembrava, ma forse non è poi proprio andata così.

Sì, è vero, gli interrogativi sul futuro sono tanti, ma una cosa è certa: la voglia di Milano è ancora tanta, quanto meno tra gli universitari. 

Stando ai dati dell’Università Statale di Milano per l’anno accademico 2020/2021 (quello appena cominciato, tanto per intenderci), si registra un +13,6% per le iscrizioni alle triennali e un +56% per le lauree magistrali

Una crescita che non si è limitata alla sola Statale, e ha toccato anche diversi corsi di laurea a numero chiuso. Alla Bocconi, per esempio, per i 2.700 posti previsti per le triennali, i candidati erano il 5% in più rispetto all’anno scorso. 

Sold out anche le ammissioni all’Humanitas e all’università San Raffaele. Proprio quest’ultima ha registrato ben 6.717 iscritti al test di medicina per soli 300 posti.

Le cause? Molteplici. In primis gli investimenti previsti dal Decreto Rilancio (300 milioni per il diritto allo studio) che hanno dato la possibilità agli atenei di allargare il numero di studenti esentati dal pagamento delle tasse universitarie, ma non è tutto. 

Quella che emerge dai dati, è una considerevole redistribuzione geografica delle immatricolazioni. Perché se da un lato è vero che molti degli studenti del Sud sembrano aver prediletto le Università più vicine (+5/10% iscrizioni nel Meridione), dall’altro molti studenti del Nord Italia sembrano essere tornati a prediligere Milano. Soprattutto ora che gli spostamenti all’estero risultano meno facili di un tempo.

Beh, tutto alla grande quindi? Non proprio.

Come dichiarato da un docente universitario ad Affaritaliani.it, questo boom d’iscrizioni sarebbe più virtuale che reale: “In classe ho 10 studenti su 56”.

In sintesi: ci sono molti più iscritti, ma gli Atenei continuano a essere semi-deserti.

Altrimenti non si spiegherebbe come questo sorprendente boom delle iscrizioni non abbia alcun riscontro sul mercato immobiliare. Anzi, il numero di appartamenti disponibili ha raggiunto un massimo quasi storico con uno scioccante +68,7%.

Un dato per noi giovani, cacciatori seriali di appartamenti liberi, dal fascino quasi pornografico.

Cari Imbruttiti, non è dato sapere cosa ci riserva il futuro, ma una cosa è certa: la voglia di spendere 12 anni per una laurea in scienze motorie è dura a morire. Sì, anche in remoto.

Suvvia, si scherza. 

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