Il lavoro a distanza? Una novità per molti di noi.
Una pratica che in Italia, prima del Covid, era sconosciuta o vista dai datori di lavoro con lo stesso favore della stregoneria e i riti voodoo.
Ora, tra i vari pro e contro che da mesi animano il dibattito sulla produttività da remoto, vi siete mai chiesti quanto vi costi lavorare da casa?
Nei Paesi Bassi hanno già fatto un primo calcolo e, come riportato da RTL Nieuws, i dipendenti pubblici riceveranno quest’anno un bonus di 363 euro come compensazione per tutte le spese extra sostenute in casa.
Il bonus per i dipendenti pubblici che lavorano a distanza è arrivato a seguito delle negoziazioni per il nuovo contratto collettivo e si basa sullo studio, finanziato anche dal governo, condotto da NIBUD, istituto di consulenza finanziaria per le famiglie.
Stando ai calcoli, lavorare da casa costerebbe a ogni lavoratore circa 2 euro in più al giorno. Circa cinquecento euro all’anno.
La stima considera sia l’inevitabile incremento del consumo energetico delle nostre abitazioni, ma anche tutte le varie spese, dal caffè fino ad arrivare alla carta igienica, causate dalla nostra prolungata permanenza.
Rimangono fuori dalla stima sia i computer, i telefoni e tutti gli apparecchi prettamente lavorativi che vengono solitamente forniti dai datori di lavoro.
Ovviamente l’iniziativa non è però piaciuta a tutti. In particolar modo la AWN, un’associazione per datori di lavoro in Olanda, ha sottolineato come lavorare da casa porti meno spese e non il contrario.
A prescindere da come la si voglia vedere, è innegabile che la produttività a distanza debba inevitabilmente spingere le aziende a ripianificare i benefit e incentivi per i propri dipendenti.
Un dibattito ampiamente avviata non solo nei Paesi Bassi, ma anche in Germania e Regno Unito.
Alcune aziende, come riportato dalla CNN, hanno iniziato ad offrire servizi di lavanderia porta a porta e stanno valutando incentivi per tutti i dipendenti con figli. Basterà?
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