Il momento è quello che è, lo sappiamo bene. Niente aperitivi, niente cene, niente bevutina post dessert con residui estivi di Karaoke Guantanamera in sottofondo. E boh, forse da un punto di vista strettamente musicale è anche meglio così. Resta però il fatto che la nostra stupenda Milano in questo momento non se la stia passando proprio benissimo, e l’invito collettivo resta quello di non fare le teste di baluba, per evitare che i prossimi mesi continuino con questa atmosfera gradevole come un viaggio sulla 90 nell’ora di punta. Se però l’idea di trascorrere il sabato e la domenica domenica tra tv, divano e giretto sotto casa degno di un barboncino incontinente proprio non ci dà pace, possiamo comunque confidare ancora nella possibilità di fare un salto al ristorante, almeno per l’ora di pranzo. Per un risotto con l’osso buco? Sì, anche, oppure per ridare una chance a quel rito anglosassone che nel corso degli ultimi anni è riuscito definitivamente ad attecchire anche da noi, diventando una (tutto sommato) non urticante idea da condividere con amici e famigliame vario. No, non Halloween, per carità. Il brunch, ovvero quell’insieme di pranzo, colazione, dolce, salato, sale, pepe e fantasia fatto su misura per quei pochissimi frangenti di vita in cui anche all’Imbruttito è consentito dormire fino a tardi. Vediamo allora qualche indirizzo top in cui è possibile prenotarlo e goderselo anche in queste settimane un po’ del kaiser.
Non è proprio facilissimo da raggiungere, e beh, grazie al menga, si chiama Fuorimano per un motivo. Una volta entrati in questo localino di zona Greco-Bicocca, però, la sbattimento viene immediatamente ripagato da un’atmosfera davvero piacevole, fatta di cabinati vintage, tavoli da biliardo, piante di millemila tipi che manco in un catalogo Viridea e piccoli angoli coloratissimi dove giocare a fare i Ferragnez della situa. Perché possiamo pure fare gli snob e raccontarcela finché vogliamo, ma anche i social vogliono la loro parte di brunch. A tutto ciò il sabato e la domenica – dalle 11.30 alle 16 – si aggiungono cinque proposte di menu a prezzo fisso, quella americana, quella continentale, quella veggy, quella gluten free e quella baby. Capaci insomma di mettere un po’ tutti d’accordo. Il cibo soddisfa, il servizio è veloce, e le ordinazioni via tablet aggiungono un pizzico di componente smart che non guasta. Taaac.
Dici Corso Sempione e pensi alla movida. Dici Jazz Cafè e pensi alla movida più movida di tutta la movida. E allora che succede in questo momento in cui il solo pronunciare quella parolina spagnola con la m rischia di generare crisi di panico collettive che manco i saldi al 90% da Zara? Niente, succede che il locale in questione continua comunque a proporre un gran bel brunch alla carta, sotto la guida del giovane chef Matteo Ferrario, che oltre a essere bravo bravo è pure simpatico forte. E mica guasta, di questi tempi. Il sabato e la domenica, dalle 12 alle 16, è così possibile gustarsi un bel percorso gastronomico che parte da un cocktail di aperitivo e continua tra una parmigiana di melanzane con provola e coulis di pomodoro, una cotoletta alla milanese, un salmon avocado toast e un piatto di scrambled eggs con crispy bacon. Per poi chiudere con un pancake alla Nutella; o frutta fresca, per fingere di darsi un contegno. Volendo tutto quanto è disponibile anche in delivery.
Chi sente la nostalgia dei fine settimana estivi in collina, trascorsi a esplorare le campagne alla ricerca di agriturismi e cantine aperte con il piglio di una Ellen Hidding lombarda, potrebbe trovare una piccola consolazione in quel di Eataly Smeraldo. Da poco, infatti, nell’ormai immancabile location enogastronomica di Porta Garibaldi ha aperto i battenti il nuovo ristorante PianoDue, che il sabato dalle 12 alle 15.30 e la domenica dalle 11 alle 15.30 – perché non si sa mai, magari a qualcuno di domenica viene fame prima – propone la sua Colazione Contadina. Che sì, è un brunch a tutti gli effetti, con una parte fissa che comprende caffè americano, patate al rosmarino, focaccia barese, ricotta fresca del pastore con pane rustico e miele, focaccia dolce, crostata di enkir all’albicocca e yogurt ai frutti di bosco con muesli al cacao; e una a scelta, che comprende uova biologiche à la coque, all’occhio di bue o strapazzat, e un panino, o un toast, o un hamburger o vabbeh ci siamo capiti.
Il nome può verosimilmente ricordare il suono di una alquanto nota esclamazione in romanesco, e ok. In realtà, però, fa riferimento a tutt’altro, al cielo, all’astronomia, alla costellazione della Vergine, e poi noi siamo a Milano, e quindi vabbeh chissene dei romani. Quello che importa, invece, è che il locale inaugurato ormai da qualche tempo in Porta Venezia da due pesi massimi della cucina internazionale come Viviana Varese e Ritu Dalmia propone nel weekend una formula di brunch per chi è alla ricerca di un viaggetto in oriente senza uscire dalla tangenziale. Il menu, disponibile anche in versione delivery, è un percorso tra mini bao, dim sum, pyaz pakoras e khao soi. E se non sapete assolutamente di che cosa caspita si stia parlando, tranquilli: in loco troverete tutte le indicazioni del caso. Il sabato e la domenica, dalle 12 alle 15. Prenotare, please.
Il brunch in una pizzeria? Ebbene sì. La domenica, dalle 12 alle 16, i tre indirizzi di Cocciuto – via Melzo, Corso Lodi e via Bergognone – propongono una speciale carta che guarda un po’ a Occidente e un po’ a Oriente. Non nel senso di Rho e Segrate, ovviamente, ma di Stati Uniti e Giappone. Si spazia allora dal Club Sandwich alla tartare di ricciola con salsa ponzu, all’avocado toast al salmone con edamame. E poi vabbeh, si torna pure in Italia con i dolci, tra una pastiera e una porzione di cocciutelli, alias ciambelline di pasta fritta con mousse alla nutella e cocco. La dieta, tanto, inizia sempre il lunedì.
Articolo scritto da Filippo Piva
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