Per chi temeva che con l’arrivo del vaccino anti-covid il mondo si sarebbe rasserenato e avremmo tutti ritrovato il senso della misura, buone notizie: l’Italia, di tornare un posto normale (ammesso che lo sia mai stato), non sembra proprio averne intenzione.
Anzi, la storia che ci apprestiamo a raccontare conferma come lo stesso vaccino possa diventare la perfetta scusa per raggiungere nuove vette di disagio creativo.
Siamo a Cuneo, e questa è la storia di Michele Trapani, titolare e fondatore della Birrovia della vecchia stazione Gesso, storico locale della zona per la musica dal vivo, uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia.
Proprio in virtù di queste difficoltà, in molti hanno avanzato proposte per rendere il mondo della musica live finalmente sicuro dalla minaccia Covid, ma la proposta del signor Trapani riportata in un'intervista a La Stampa è senza precedenti: “Un locale dove si può entrare soltanto se vaccinati”, il Cafè Covid Free.
Voilà, e tante care cose a no-vax e negazionisti.
“Un locale senza limitazioni di orario, con una certificazione rilasciata dagli enti preposti su capienza, distanziamento, dispositivi di protezione, protocolli in materia di prevenzione”, ha poi aggiunto.
Sì, ma come controllare chi è stato effettivamente vaccinato? Semplice, a suo dire, tramite “app e qr-code scansionabile all’ingresso, per poi trascorrere una serata in tranquillità, in totale sicurezza, mangiando, bevendo, ascoltando musica e anche ballando, finalmente”.
Nessun problema. La voglia di musica dal vivo è tale che saremmo probabilmente disposti a firmare un patto di sangue, figuriamoci scaricare un'app.
Scherzi a parte, questa, come ammesso dallo stesso Trapani, è destinata a rimanere una provocazione di difficile realizzazione (“Non è che mi sveglio una mattina e decido di vietare l’ingresso ai non vaccinati”).
Per legge non si può negare l’ingresso a determinati individui negli esercizi pubblici, così come l’ingresso tramite la condivisione delle proprie informazioni sanitarie aprirebbe non poche problematiche in termini di privacy.
Il punto è però un altro, secondo il gestore del locale: “Oggi i vaccinati sono una minoranza, ma quando la percentuale aumenterà, gli immuni accetteranno di veder ancora lesa la propria libertà?”.
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