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Un folle ha inscenato il proprio rapimento pur di non andare a lavorare

Diciamocelo: fatturare qui, fatturare là, ma tutti prima o poi ci siamo dovuti inventare una super balla clamorosa pur di non andare in ufficio. Chi non ha mai inscenato un malessere improvviso, una nonna defunta tra le tre e le quattro volte o l’arrivo degli alieni sulla linea gialla?  Ecco, tutte queste panzane, per quanto assurde, […]

Diciamocelo: fatturare qui, fatturare là, ma tutti prima o poi ci siamo dovuti inventare una super balla clamorosa pur di non andare in ufficio. 

Chi non ha mai inscenato un malessere improvviso, una nonna defunta tra le tre e le quattro volte o l’arrivo degli alieni sulla linea gialla? 

Ecco, tutte queste panzane, per quanto assurde, impallidiscono al cospetto di questo eroe del fancazzismo moderno. 

Si chiama Brandon Soules ed è un ragazzo di 19 anni di Coolige, Arizona. Lui, pur di non andare a lavorare, ha deciso di inscenare il proprio rapimento, con tanto di imbavagliamento e ritrovamento per mano della polizia sul ciglio della strada. 

Ora, la domanda sorge spontanea: cosa diamine potrà mai aspettarti a lavoro per spingerti a montare su un carnevale del genere? 

Nel caso del buon Brandon, un’officina.

Il ragazzo, prima che l’azienda lo licenziasse dopo questa bravata, era infatti un meccanico specializzato al montaggio pneumatici.

Come è stato scoperto? Semplice, una volta recuperato a bordo strada da una pattuglia, il nostro eroe avrebbe mentito spudoratamente agli agenti di polizia raccontando una storia ai limiti del fantascientifico. 

Brandon ha infatti raccontato di essere stato rapito e malmenato davanti a casa al ritorno da lavoro, ma temendo che le cazzate non fossero abbastanza, ha infine aggiunto come i due rapitori fossero in realtà a caccia di un misterioso tesoro sepolto nel deserto da suo padre molti anni prima. I due immaginari malintenzionati avrebbero quindi rapito e malmenato il povero gommista per farsi rivelare l’esatta posizione del bottino. Chapeau.

Ora, direte voi, “sicuramente la polizia gli sarà scoppiata a ridere in faccia”, vero?

Non proprio.

Sorprendentemente gli agenti hanno inizialmente creduto a questa serie infinite di panzane e si sono messi sulle tracce dei due misteriosi rapitori per diversi giorni, spingendoci quindi a  credere che il nostro Brandon oltre a essere un cazzaro di dimensioni bibliche sia anche un narratore ai livelli di Dario Fo.

Dal momento però che gli esami medici non hanno evidenziato nessun trauma o maltrattamento, sono cominciati a nascere i primi sospetti. Da lì è infatti arrivata la confessione di Brandon che è finito con l’ammettere come il suo fosse un piano diabolico per saltare più giorni possibili di lavoro. 

Come è andata a finire? Accusa per falsa testimonianza, depistaggio di indagini della polizia e… licenziamento

Beh, citando il mitico Hannibal Smith dell’A-Team: “Adoro i piani ben riusciti”. 

PS. Oh, ma il tesoro alla fine? 

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