Da quant'è che non fate due passi in corso Buenos Aires? Chi non abita in zona solitamente ci va per lo shopping. Schieramenti di negozi, librerie, profumerie, fast-food. Grandi catene e piccole realtà. Tutte insieme a incorniciare tanti sabati pomeriggio di svago e relax. La pandemia, però, ha messo in pausa l'appuntamento con l'arteria degli acquisti, serrande abbassate e caffé veloci, da asporto. Almeno, questo era prima. Da quando siamo tornati in Yellow Zone piccoli e grandi negozi hanno finalmente riaperto, il caffé possiamo sorseggiarlo comodamente al tavolo (outside, ovvio) e non ci serve più l'autocertificazione se non abitiamo nel comune. Top. Ma non è che intanto corso Buenos Aires ha cambiato faccia?
Quasi. La via è sempre in fermento, a breve un fast food lascerà spazio alla nona sala milanese di Starbucks. I lavori in corso sono destinati a rinfrescare la zona con un bel restyling: maxi marciapiedi, ciclabili a manetta e parcheggi ridotti all'osso. E poi alberi, alberi e ancora alberi. E tutto intorno i commercianti cercano di riprendersi dalla botta, ma mica facile. "La speranza, oggi - ha dichiarato a Repubblica il presidente di Ascobaires Gabriel Meghnagi - sono i vaccini e il Salone del Mobile a settembre. Sarebbe una prima scintilla. Ma se lo cancelleranno, metà dei commercianti potrebbe non arrivare al 2022".
Di certo sappiamo che oggi sono i ciclisti i grandi protagonisti di corso Buenos Aires: merito (o colpa) della doppia pista ciclabile ai due lati del corso. Una buona idea in tempo di pandemia, pessima idea per molti commercianti. "È il 25% dei nostri guai - si è lamentata Cristina Giraudo, proprietaria di Soatin, ottica dal 1927, come riportato da Repubblica - sono state disegnate, non progettate, senza coinvolgere nessuno. E per il 60-70% sono percorse dai rider, mi sono messa a contarli".
Una scelta green, tanto cara al buon Beppe Sala. Che continuerà con un'aggiustatina alle ciclabili, un'altra pennellata ai marciapiedi e l'eliminazione della sosta auto. Andare in corso Buenos Aires in macchina sarà decisamente una bad idea. Ma per Roberto Balsamo, presidente di Real Baires, il cartello dei proprietari immobiliari, l'assenza di auto non sarà un problema. "Basta parlare di parcheggi, non sono funzionali alle vendite. È mentalità vecchia. Le ciclabili sono state disegnate in emergenza, è vero, ma noi siamo favorevoli al progetto e anche agli alberi, speriamo il Comune vada avanti".
E nel bel mezzo di una pandemia la certezza rimangono gli affitti, carissimi. "Ci sono 17mila metri quadri commerciali vuoti, ma c'è gente che sta comprando immobili a colpi di milioni - conferma Balsamo, che pare ottimista - Arriveranno i tedeschi, Delvecchio, ma anche una gelateria. Non è vero che non ci sarà spazio per i piccoli, in futuro". Una speranza per le botteghe storiche. Ed è già qualcosa.
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