Diciamocelo, il sospetto che questo giorno sarebbe prima o poi arrivato un po’ c’era.
Abbiamo colpevolmente voluto credere per diversi mesi alla favola più bella del mondo.
Una favola priva di tragitti in metropolitana, fatta di zoom call in riva al mare con la camicia e il costume davanti a un chiringuito. Una favola fatta di riunioni aziendali in pigiama perché tanto “Scusate oggi non sembra funzionarmi la webcam”. Quanto ci avevamo creduto...
È finita la pacchia, quanto meno per alcuni di noi.
Sì, perché mentre il numero di aziende aperte all’ipotesi di smart working permanente sembra aumentare a vista d’occhio, comincia a farsi sempre più lunga anche la lista di quelle compagnie che di lavoro a distanza non vogliono neppure sentire parlare.
“Se potete andare in un ristorante, potete anche venire in ufficio. E noi vi vogliamo in ufficio”.
Con queste parole, James Gorman, CEO di Morgan Stanley, ha infatti ammonito tutti i propri dipendenti nel corso dell’incontro annuale per gli investimenti di qualche giorno fa.
Da quando? La data entro cui è previsto il grande rientro è quella del prossimo 6 settembre, come riportato dalla CNN.
“Se entro il prossimo Labor Day (6 settembre, appunto) le persone non saranno tornate in ufficio, sarò molto deluso e allora dovremo rivedere un po’ di cose… Se si vuole lo stipendio da New York, si lavora a New York”, ha poi aggiunto lo stesso Gorman facendo riferimento al fatto che gli stipendi newyorkesi sono tra i più alti del mondo proprio per sostenere il tenore di vita della città.
Tempi duri cari Imbruttiti per chi pensava di comprarsi una scrivania alle Canarie.
Ora devo scappare, devo cercare il mio abito da ufficio. Credo di averlo messo in una scatola in cantina al posto dei costumi e delle camicie hawaiane.
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