Insomma, poteva pure essere una bella idea quella di omaggiare la porchetta, piatto top della cucina laziale e in particolare di quella romana. Certo, farlo con una fontana dalle sembianze di un maiale morto, anche no. Se non sapete di cosa stiamo parlando, eccovi un breve recap: in pratica qualche giorno fa a Trastevere è spuntata una statua intitolata Dal panino si va in piazza, raffigurante un maiale morto, ormai porchetta. Mh. Ok. Difficile non prevedere lo scazzo clamoroso degli animalisti, dai. Che ovviamente non si è fatto attendere.
Per carità, l'intenzione era buona. La statua del maiale, in bella vista in piazza San Giovanni della Malva e realizzata dall’artista Amedeo Longo, ventiquattrenne scultore from Roma, fa parte di un progetto universitario che si chiama Piazze romane, che ha l'intento di valorizzare i luoghi simbolo della città. Omaggiare il piatto con una statua di dubbio gusto, però, non è stata una trovata geniale. La prima a insorgere è stata l’associazione Animaliberaction, che ha dichiarato: “Abbiamo mandato una mail di dissenso al comune di Roma prendendo le distanze e criticando duramente la scelta di esporre quest’opera che rappresenta null’altro che la tortura, la violenza e la sopraffazione dell’essere umano sugli animali. L’arte non può e non deve mai offendere la sensibilità altrui e soprattutto non prendersi beffa delle vittime, chiunque esse siano”.
Ci sta. Su Facebook la Lega Nazionale per la Difesa del Cane in un post ha definito la statua: “Una mancanza di rispetto per tutte quelle vite uccise senza aver mai vissuto, veramente di dubbio gusto”. A difendere la statua contestata ci aveva provato la presidente del I municipio della Capitale, Sabrina Alfonsi: "Il mio compito è far riflettere, non giudicare. Stiamo parlando dell'opera di un giovane romano, studente presso una scuola di alta formazione che ha voluto proporre la sua riflessione in forma artistica su un cibo che fa parte della tradizione gastronomica popolare e che richiama alla convivialità e allo stare insieme". Bè, buona è buona. Ma pure bella?
Ma niente, tempo zero qualcuno ha cosparso la statua di vernice rosso sangue, in segno di protesta. Un blitz degli animalisti, che hanno firmato l’azione con la sigla Alf: Animal Liberation Front. Dai, telefonatissima. Alla fine, la statua della discordia è stata rimossa. Ma mica per sempre, eh. Una bella ripulita e poi il maiale morto tornerà al suo posto, come ha assicurato Sabrina Alfonsi. "Voglio dire no alla violenza in qualsiasi forma, non è ammissibile fare gesti di questa intolleranza, noi oggi rimuoviamo questa opera non per rimuoverla definitivamente ma per restaurarla", ha ribadito la presidente del I Municipio. Quanto resisterà, la prossima volta, la porchetta incriminata?
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