Ogni Imbruttito che si rispetti sa bene che se dici panzerotto dici Luini. C'è poco da fare. Ci siamo passati tutti in via Santa Radegonda al 16, per una colazione salata, un pranzetto al volo, un ape informale, una cenetta da portar via. Ci siamo sentiti a casa mentre ce la menavamo col cugino venuto da giù, mostrandogli il marchio storico meneghino, dove il panzerotto regna sovrano. Rigorosamente in coda, dietro a decine di appassionati. Ebbene, Mr Panzerot...ehm, Mr Luini, Luigi Luini, oggi compie 90 anni e per l'occasione Corriere gli ha dedicato una bella intervista.
Che poi uno dei simboli di Milano, guarda un po', vende il panzerotto pugliese, nato dalla ricetta di nonna Giuseppina from Bisceglie. E no, non Bisceglie Metropolitana, Bisceglie in provincia di Barletta-Andria-Trani. Insomma, un punto di riferimento per gli Imbruttiti ma pure per i Giargiana. Un locale, Luini, che negli anni ha collezionato premi su premi: Ambrogino (1988), Riconoscimento Negozio Storico (2006) e pure il Diploma con Medaglia d’Oro per 118 anni di lodevole attività. Quale potrebbe essere il segreto di questo successo? "Forse la mia fortuna è stata quella di interpretare i gusti e il carattere dei milanesi", ha dichiarato Mr. Luigi al Corriere.
Una ricetta, quella del panzerotto, il cui successo non conosce crisi. "Io tutte le mattine arrivo presto, avvio il laboratorio, poi mi ritaglio un posto in cui mi dedico a sperimentare nuovi prodotti", ha spiegato Luini nell'intervista. E si può dire che, con il suo marchio, ha anticipato la moda dello street food. "Abbiamo aperto nel cuore delle contestazioni degli anni ’60, chi lo prendeva lo mangiava andando alla manifestazione. Poi con il tempo è diventato un pasto da consumare davanti alle vetrine dello shopping". Ma anche andando all'università, tornando da lavoro, da una passeggiata, dal cinema.
E il futuro? Per Luigi Luini squadra che vince non si cambia. "Sono legato alle tradizioni, fatico ad accettare anche la saracinesca elettrica. Questo locale potrà cambiare arredi, ma non l’anima che lo muove. Siamo orgogliosi del nome che compare sull’insegna". E lo siamo anche noi, vero Imbruttiti?
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