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Il menù senza prezzo riservato alle donne: galanteria o sessismo?

Agustina Gandolfo, moglie dell'attaccante dell'Inter Lautaro Martinez, è solo l'ultima delle donne note ad aver criticato la scelta di alcuni ristoranti di proporre alle commensali menu "di cortesia"

Il dilemma è: dove finisce la parità dei sessi e inizia la galanteria? Negli ultimi tempi i riflettori si sono puntati su un oggetto che, per decenni, è stato considerato un simbolo della cavalleria maschile: il menù senza prezzo, il blind menù, presente di solito nei ristoranti più sciccosi. Un elenco riservato agli ospiti o alle commensali donne nel caso in cui al tavolo ci sia un uomo, presumibilmente colui che alla fine sgancerà la grana. Un bon ton novecentesco, che sa di antico ma non necessariamente antiquato. Ebbene, ultimamente alcune donne hanno espresso il loro dissenso per questa pratica, generando un polverone variopinto di opinioni.

Qualche mese fa la scrittrice e performer Tea Hacic, (autrice del libro sulla vita notturna milanese L’anima della festa) è andata a mangiare al Bœucc, a due passi della Scala, tempio della cucina dal 1696. Tea non ha apprezzato di aver ricevuto il menù senza prezzi. L’esuberante scrittrice ha chiesto lumi al responsabile, il quale ha confermato che si tratta di “Un riguardo che abbiamo nei confronti delle signore, perché non debbano badare ai costi!'”, come ha raccontato la stessa Tea in un articolo pubblicato su Vice

“Forse era così quando le donne non potevano guadagnarsi lo stipendio”, ha replicato Tea, indignata. “Ma ora possiamo, io posso, e guadagno, perciò insisto. Quanto le devo? Ad ogni modo, persino se fossimo nel passato sarebbe stato segno di riguardo darmi il menù coi prezzi, dato che paga lui. Così avrei scelto il piatto più caro!”. La questione è tornata in auge grazie ad Agustina Gandolfo, moglie dell’attaccante dell’Inter Lautaro Martinez. “Lo sapevate che in Italia in diversi ristoranti non mettono i prezzi sul menù che danno alle donne? E se volessi pagare io? Sono indignata“, ha raccontato Agustina via social.

“La cosa peggiore che molti italiani giustificano questo fatto dicendo che succede solo nei ristoranti di un certo livello. E quindi le donne non possono pagare se si tratta di una cena più costosa?”, ha aggiunto la modella e fashion blogger argentina. Insomma, in nome della parità dei sessi c’è chi trova il menu di cortesia ormai obsoleto. Medievale, arcaico, roba da matusa. Repubblica ha proposto un’interessante analisi che confronta pareri favorevoli e contrari.

“Sicuramente se a tavola c’è una coppia, da nostra abitudine alla signora diamo il cosiddetto blind menù”, ha spiegato Rossella Cerea, del ristorante tre stelle Michelin Da Vittorio a Brusaporto, nella Bergamasca. “Non vuole certo essere un atto di discriminazione. Casomai, è una forma di galanteria, una sorta di eredità cavalleresca, un modo con il quale si raccomanda alla signora di godersi la cena, l’atmosfera e il buon cibo, senza preoccuparsi delle questioni più prosaiche. Da donna, non l’ho mai visto come una deminutio. Anche perché ormai tra siti internet, recensioni online e app sullo smartphone, i prezzi è possibile vederli ovunque”. Ma c’è chi non è d’accordo.

“Rientra in quelle che si chiamano carinerie per signore, ma non trovo nulla di carino se chi lo riceve non si sente alla pari. Diventa anzi una forma di mancanza di rispetto. E in ogni caso è anacronistico. Siamo nel 2021 e non è possibile credere che la donna al ristorante non paghi. E se anche non pagasse, perché mai dovrebbe non conoscere il prezzo dei piatti? È anche una questione di ordine pratico”, pensa invece Alessandro Pipero, patron del ristorante Pipero a Roma, una stella Michelin. E dunque, cari Imbruttiti, torniamo al dilemma iniziale: dove finisce la parità dei sessi e inizia la galanteria?

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