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Intelligenza artificiale e solo 5 ore di lavoro al giorno: come i giovani immaginano il futuro

Vediamo i risultati della ricerca Next Gen 2030. Secondo i giovani intervistati fra 9 anni lavoreremo in smart working, non ci saranno più discriminazioni e avremo un premier donna.

Vi siete mai chiesti come sarà il futuro? Cioè, immaginate quante cose sono cambiate tipo dagli anni Novanta a oggi. Computer, smartphone, internet, social. Ma anche più sensibilità green, più attenzione all’inclusività. Chissà come ci saremo evoluti (o involuti) fra venti, trentanni. I più giovani sembrano avere le idee chiare e hanno pennellato un panorama che ha dell’intrigante e dell’inquietante al tempo stesso. L’occasione è stata la ricerca Next Gen 2030 realizzata da BNP Paribas Cardif in collaborazione con Eumetra MR. Ecco i risultati.

Parliamo del 2030, che poi è dopodomani. Secondo i più giovani la tecnologia sarà ancora più presente nelle nostre vite e faciliterà il modo di lavorare. Secondo il 32% degli intervistati avremo pc intelligenti, assistenti vocali e sistemi di monitoraggio della salute e del benessere del lavoratore, mentre per il 52% lo smartworking sarà alternato con la presenza in ufficio. Il 34% vorrebbe addirittura lavorare fisso da casa (o comunque non inda office). Le 8 ore di lavoro tradizionali saranno ampiamente superate e per il 44% ci dedicheremo agli impegni professionali solo 5 ore al dì. Sarebbe figo.

L’altra roba figa è che molti dei problemi che ancora oggi sporcano la nostra società saranno superati. Tipo basta discriminazioni di genere (35%), stop bodyshaming, con l’aspetto fisico che non sarà più così importante (32%). Anche menomale, considerando che adesso i ragazzini e le ragazzine si vogliono rifare il naso e la bocca per sembrare simili a un filtro di Instagram. Per il 26% dei giovani interpellati avremo finalmente una donna alla presidenza della Repubblica o del Consiglio e la cosa non sembrerà strana. Ma magari.

Per quanto riguarda la scuola, per il 36% dei ragazzi intervistati la pandemia ci avrà lasciato in eredità l’esigenza di studiare un po’ in Dad un po’ presenza, ma in strutture più fighe tipo campus/college americani (29%). Un po’ Beverly Hills, ma a Milano. L’intelligenza artificiale sarà così protagonista che per il 62% rappresenterà il corso universitario del futuro. Anche perché l’IA avrà cambiato, in meglio, l’ambiente che ci circonda. L’intelligenza artificiale gestirà, ad esempio, il traffico tramite semafori intelligenti (24%). Per il 41% saremo più green e scopriremo nuove tecniche per riciclare e riutilizzare i prodotti. Per altri invece non abbiamo speranza e andremo incontro a un peggioramento del riscaldamento globale e dell’inquinamento (31%). Che brutta immagine. 

Bye bye contanti secondo il 51%: fra 9 anni ormai dominerà l’economia cashless. Scordatevi Instagram, Facebook e TikTok, che nel 2030 saranno roba da matusa. Ci saranno nuovi social network, addirittura personalizzati secondo il 23%. In casa avremo televisoni giganti, più sottili da stendere e srotolare sul muro (36%). Sarà per questo che i cinema probabilmente moriranno (che tristezza) lasciando il passo alla tv on demand (35%). Ve le immaginate le nostre case del futuro? Super tech, domotica everywhere (43%), belle sane con sistemi di purificazione dell’aria e di riduzione del rumore (37%) e ovviamente sostenibili, alimentate esclusivamente da energie rinnovabili (36%).

Bè dai, il futuro non sembra così male. O forse si stava meglio quando si stava peggio?

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