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smartworking

Lo abbiamo letto in tutte le salse: lo smart working ci sta piacendo, e di brutto. Al netto di chi pensa con nostalgia a colleghi e vita da ufficio, molti di noi si stanno abituando con piacere a questa nuova life, fatta di comodità e maggior tempo libero. Certo, si socializza di meno e si conduce una vita più sedentaria, ok. Ma, per tirare le somme, possiamo azzardare che lo smart working è una delle pochissime conseguenze positive di questo schifo di pandemia. Oh, lo dicono i numeri.

Intanto, la base. I dati sono stati rilasciati da INAPP, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche, in occasione dello studio Il lavoro da remoto: le modalità attuative, gli strumenti e il punto di vista dei lavoratori. Pre Covid erano 2.458.210 gli occupati a lavorare da remoto (pari all’11% del totale). Nel 2020, causa pandemia, siamo arrivati a 8.890.481 (39,8%). Qualcosina meno nel 2021, 7.262.999 smart worker, pari al 32,5% del totale degli occupati.

Ora, pro e contro. Il 63,9% degli intervistati nell'indagine ritiene che lavorare da casa generi isolamento, comprensibile. Il 60% sottolinea che stando a casa vengono meno i rapporti con i colleghi. Un altro 60% lamenta che con lo smart working sono schizzati i costi delle utenze domestiche. Però ovvio, ci sono anche tanti aspetti positivi, come la libertà di organizzare il lavoro (66,5%) e la possibilità di gestire gli impegni familiari (68,9%). Del resto ci sarà un motivo se addirittura molti lavoratori si sono detti pronti a ridursi lo stipendio pur di continuare a smanettare from home. "Segno che un ipotetico miglioramento nella qualità della vita presenta un valore economico immediatamente scontabile", scrivono da Inapp.

Come lo vedete voi il futuro, lavorativamente parlando? Stando all'indagine il 46% degli intervistati vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in modo agile almeno un giorno a settimana, e quasi 1 su 4 per tre o più giorni a settimana. E c'è chi sogna di trasferirsi fuori città, in un bel posticino in mezzo alla natura. Oltre un terzo degli intervistati, infatti, si sposterebbe volentierissimo in un piccolo centro mentre quattro persone su dieci si muoverebbero verso un luogo isolato, immerso nel verde, con tempi più lenti (41,5%). Che dite Imbruttiti, vi ritrovate?

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