Imbruttiti. Immaginate, per qualche secondo, il vostro negozio preferito. Ora, visualizzate la vetrina: sporca, confusa, spoglia. Dentro può anche esserci qualcosa di super interessante, ma chi non ci è mai entrato prima non avrà modo di scoprirlo. Questo perché si farà bastare l'immagine esterna, anonima o peggio, scoraggiante. Tutta 'sta manfrina per dirvi, nel caso in cui ancora non lo abbiate compreso, che per la maggior parte di noi la vetrina professionale è LinkedIn. Sia che cerchiate lavoro, sia che cerchiate potenziali dipendenti o collaboratori, sia che siate a posto così ma oh, mai dire mai. In qualunque caso, avere un profilo LinkedIn fatto bene può fare davvero la differenza tra un sei la persona giusta e un mmm, anche no.
"LinkedIn è al contempo forma e sostanza", ci spiega Rocco Cutrupi, Executive & Career Coach e LinkedIn Trainer. "Consente di mettere nero su bianco, e in modo multimediale, ciò che sappiamo fare e i nostri maggiori achievement di carriera". Quello che forse non tutti sanno, è che pennellare un ottimo profilo ci consentirà di essere scovati più facilmente da professionisti del nostro settore. "Avere una pagina completa e scritta prestando attenzione alle logiche interne di indicizzazione, consente di venire fuori nelle ricerche effettuate dai recruiter". In sostanza: potete pure essere dei talenti, ma se nessuno lo sa come pensate di svoltare la vostra carriera? Poi chiaro, eventuali assunzioni e collaborazioni dipenderanno da voi, ma il primo sguardo nella maggior parte dei casi parte proprio dalla celebre piattaforma professionale.
- Il primo step
Da cosa cominciare, quindi? "La prima cosa è di certo fare un’attenta selezione di jobtitle e competenze (indicizzate) da sfruttare per sviluppare i propri contenuti", ci spiega Cutrupi. "Questo ci consentirà di posizionare strategicamente il nostro profilo all’interno del network e venire fuori nelle ricerche effettuate attraverso l’algoritmo interno. Altra cosa da fare in concomitanza è la revisione della propria URL, ovvero il link al nostro profilo (il sistema ne assegna uno alfanumenrico di default). Questo ci consentirà di avere un link univoco al profilo da condividere agevolmente con gli altri".
- L'erroraccio da evitare
Per dare nuova luce al proprio profilo LinkedIn a volte basta davvero poco. Tipo utilizzare le possibilità che la piattaforma offre. "Vedo la maggior parte delle persone non sfruttare la sezione informazioni/riepilogo. Questa, insieme a eventuali materiali multimediali messi in primo piano, consente di offrire una panoramica su chi siamo e cosa possiamo offrire al mercato del lavoro", chiarisce Cutrupi. "Si tratta di una breve panoramica (circa 50 parole) attraverso la quale fare emergere la nostra USP (Unique Selling Proposition). È inoltre ciò che davvero differenzia un profilo LinkedIn dal classico CV, infatti qui possiamo non limitarci a illustrare il percorso passato ma possiamo guardare al futuro comunicando servizi/competenze che intendiamo mettere a servizio del network".
- Cosa tenere, cosa buttare
Altra cosa importante. LinkedIn non è Facebook, non bisogna scrivere tutto tutto tutto. Certi dettagli possiamo tralasciarli, mentre altri meritano senza dubbio di essere esaltati. "Da mettere in evidenza sono sicuramente responsabilità e compiti gestiti in ogni singolo ruolo (possibilmente in forma di elenco puntato). In aggiunta, specie per i profili senior, diviene essenziale mettere in evidenza risultati raggiunti e progetti gestiti. In questo secondo caso è possibile attivare l’apposita sezione tramite cui valorizzare al meglio i propri achievement di carriera. Andrei invece a tralasciare tutte quelle informazioni che non rappresentano un valore aggiunto per il raggiungimento dell’obiettivo professionale target".
- Non siate solo spettatori
Utilizzare LinkedIn non significa solo sistemare la bio e inviare richieste di contatto. Per farsi notare è fondamentale partecipare con post e contenuti. Del resto oh, LinkedIn è sempre un social network. Cutrupi ci dà ragione. "Post, articoli, commenti alle pubblicazioni altrui e partecipazione ai gruppi sono determinati per emergere come leader all’interno del settore di riferimento. Basti pensare che le attività di comunicazione effettuate nei confronti del network impattano per ben ¼ sulle nostre performance complessive. Questo può essere facilmente monitorato attraverso il Social Selling Index (SSI), dashboard di sintesi volta a valutare la propria influenza in rete, il proprio livello di attivismo e di seguito. Sempre attraverso questo strumento potremo fare dei benchmark e confrontare le nostre performance di networking con quelle degli altri sia all’interno della rete che del settore".
- Ocio all'approccio
Attraverso LinkedIn abbiamo modo di contattare professionisti per i quali ci piacerebbe lavorare o con i quali vorremmo collaborare. Ecco perché è importantissimo proporsi nel modo corretto, che ispiri il destinatario a darci una possibilità e impedisca al nostro messaggio di essere brutalmente cestinato. "Bisogna dimostrare un reale interesse verso la persona, e di conseguenza l’azienda, a cui stiamo scrivendo. Cerchiamo di mettere subito in evidenza punti di contatto tra il nostro background e il destinatario del messaggio. Di contro, la cosa più sbagliata da fare e inviare messaggi a pioggia che puzzano palesemente di copia e incolla. Prendiamo pertanto il tempo necessario a personalizzare il messaggio per far emergere il reale valore aggiunto che siamo in grado di offrire".
Imbruttiti: rimettiamo mano al profilo, che dite?
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