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Bella storia quella di Vittoria Zanetti, mantovana di nascita e milanese di adozione, che ieri faceva la cameriera e oggi è la fondatrice ed executive director di Poke House. Lo conoscete? Ma sì dai, il brand di ristorazione nato nel 2018 e che oggi vanta ben 105 punti vendita in sette paesi del mondo, con un fatturato di oltre 40 milioni di euro nel 2021. Urca. Nella City di Poke House ce ne sono addirittura 21, quindi difficile che non sappiate di che parliamo. Che poi il poke lo conoscete dai, è super modaiolo: questo in particolare riprende l'originale hawaiano con in più l'anima californiana. Coloratissimo e super instagrammabile, perfetto per questi tempi in cui l'apparenza conta, eccome! Ma Vittoria Zanetti, dicevamo. L'imprenditrice si è raccontata all'HuffPost, e ad interessarci in particolare è stata la storia dietro al business.

“Quattro anni fa quasi nessuno in Italia conosceva il poke - ha spiegato Zanetti, che ha fondato Poke House insieme all'amico Matteo Pichi - Ho fatto tanta pratica nei ristoranti, ho viaggiato, ho rubato l'idea giusta all'estero e poi l'ho portata qui. La gavetta è fondamentale", ha sottolineato Vittoria, classe 1991. "Nessun risultato si ottiene per caso. Bisogna sporcarsi le mani. Questo mi sento di dire ai miei coetanei: sporcatevi le mani, provate a far tesoro degli insegnamenti che scovate anche nei lavori più umili e non smettete di sognare in grande. Noi abbiamo attratto dei finanziamenti anche perché eravamo giovani, perché abbiamo proposto una visione diversa delle cose". Un bel messaggio, soprattutto in questi tempi difficili per la ristorazione, in cui per un motivo o per un altro sembra manchino proprio persone interessate a lavurà nei locali.

La Vittoria ha finito il liceo a Mantova, poi è scappata a Milano per far fortuna, come si dice. Si è presa benissimo col mondo della ristorazione, anche perché la City pullula di possibilità e format gastronomici. A scimmiarla, in particolare, era il food business, ma comunque ha deciso di partire dal basso e di studiare la situa. "Ho iniziato a lavorare nei ristoranti e nei bar. Ho fatto la cameriera, la caposala, la barista. Non c'erano orari fissi, i miei superiori erano molto severi, si lavorava duramente. Sono state esperienze toste ma mi sono servite tantissimo", ha raccontato all'HuffPost. E così, la gavetta è servita alla business woman per toccare con mano l'universo della ristorazione e poi farlo suo. L'ispirazione definitiva è arrivata grazie a un viaggio tra California e Florida, dove ha capito che le americanate, alla fine, tirano sempre.

Qui Vittoria rimane affascinata dal poke, queste belle ciotoline di riso piene di ingredienti colorati, freschi e super buoni. Trova un partner in crime in Matteo Pichi e via, i due cominciano l'avventura. "All’inizio abbiamo lanciato una piccola dark kitchen, poi abbiamo cercato finanziamenti per il nostro primo store a Milano, zona Isola, ai piedi del Bosco Verticale. Dopo poco eravamo il brand più cercato sulle piattaforme di delivery. La nostra intuizione è stata quella di riuscire a intercettare una tendenza, quella del poke, che stava iniziando a farsi spazio nel mercato italiano e di farla nostra grazie a qualità del prodotto, modello di business e un concept unico". La pandemia non ha messo i bastoni tra le ruote, una volta tanto. Anzi. Il poke è perfetto per il delivery, è già freddo, inscatolato e mette di buon umore.

Insomma raga, se pensate di avere una buona idea dateci dentro, credeteci e rimboccatevi le maniche. "Lasciare il proprio lavoro e lanciarsi in una cosa nuova è la parte più rischiosa ed è anche quella che fa più paura. Bisogna crederci tantissimo", ha spiegato Zanetti nell'intervista. "Noi pensavamo di avere l'idea perfetta, ne eravamo convinti, sembra presuntuoso ma è così, eravamo pronti a scommetterci. A motivarci è stata anche la voglia di fare qualcosa che realmente ci piacesse, che non ci pesasse. Il giusto mix tra motivazione e voglia di migliorarci costantemente è ciò che ha portato noi e il nostro brand così lontano". E in tempi di Grandi dimissioni, i giovani propensi a mollare tutto per inseguire i propri sogni non mancano di certo...

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