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Il problema siccità ha costretto il sindaco Sala a una serie di provvedimenti e divieti, tra i quali la chiusura delle fontane pubbliche. Una decisione che, invece, non ha toccato le fontanelle che erogano acqua a ciclo continuo, i cosiddetti draghi verdi o vedovelle. Ma prima di indignarvi sappiate che no, non si tratta di uno spreco di acqua, come ha spiegato su Facebook il consigliere Pd e vicepresidente del Consiglio comunale Angelo Turco. "Il flusso d'acqua continuo delle vedovelle non è utile solo per dissetarsi, ma svolge anche l'importante funzione di mantenere l'acqua sempre in movimento, preservandone la freschezza e la buona qualità in corrispondenza delle tubazioni terminali". Le vedovelle non sono installate ad michiam, ma sono piazzate in posizioni strategiche, "in prossimità delle diramazioni a fondo cieco della rete dell'acquedotto. In questo modo contribuiscono a sfiatare le sacche d'aria che si formano nelle tubazioni: senza, l'aria potrebbe causare aumenti di pressione e conseguenti danni alle tubazioni", ha spiegato ancora Turco. Ricordiamo poi che la portata in uscita dalle fontanelle non si disperde inutilmente ma, attraverso la fognatura, raggiunge i depuratori di Milano, e viene quindi impiegata dai consorzi agricoli per l'irrigazione dei campi a sud della città. Tutto chiaro? Ma voi la conoscete la storia delle fontanelle meneghine? E lo sapete perché le chiamano vedovelle e draghi verdi?

In tutta la City sono operative 650 fontanelle, chiamate come dicevamo anche vedovelle o draghi verdi. Vedovelle perché, visto il getto continuo di acqua, sembrano delle vedove chinate a piangere senza sosta (il nome venne dato pensando alle vedove delle vittime della Prima Guerra Mondiale); draghi verdi per il beccuccio a forma della testa del Biscione dei Visconti. Queste tipiche fontane furono disegnate (come dicono diverse fonti) dall'architetto Luca Beltrami nel 1931, anno a cui risale il primo esemplare davanti a Palazzo Marino. Questi simboli meneghini sono tutti verdi, alti un metro e 55 centimetri di altezza e composti da un corpo principale in ghisa e dal rubinetto in ottone. Come riportato da un approfondimento del Post, a vincere l'ultimo bando del comune per la fornitura di nuove vedovelle, 15 in tutto, sono state le fonderie Lamperti.

"Per noi è importante continuare a farle per portare avanti una tradizione, più che per un guadagno - ha dichiarato al Post Andrea Lamperti, che manda avanti la baracca - Siamo rimasti in pochi a fare lavorazioni così particolari". Particolari e costose, altroché: è per questo che la produzione delle singole parti dei draghi verdi si è spostata all’estero. A Castellanza, in provincia di Varese, dove hanno sede le fonderie Lamperti - le parti vengono assemblate, rifinite, verniciate con i colori originali e poi consegnate. "Ultimamente i tempi di produzione si sono allungati di molto per via delle conseguenze della guerra in Ucraina", ha spiegato il Lamperti. Così, se prima per produrne una ci voleva un mesetto, adesso tra una roba e l'altra ne passano due. L’acqua delle vedovelle (così come quella delle Case dell’acqua) è la stessa che viene distribuita nelle case e non proviene da fiumi o laghi, ma dalle falde acquifere nel sottosuolo. Si può bere in scioltezza perché è depurata naturalmente dalla filtrazione attraverso gli strati permeabili del terreno e solo in piccolissima parte, sul finale, viene trattata con un basso dosaggio di prodotti disinfettanti come il cloro. 

Oh, lo sapete che volendo pure voi potreste avere una vedovella in giardino? Dai Lamperti potete comprare senza problemi un modello identico a quello fornito alla City, spendendo per la precisione 2.099 euro e 99 centesimi. Se vi sembra troppo, tranqui, ci sono anche modelli più piccoli ed economici. Dai, quanto ci starebbe bene in giardino? Una fontanella top per un vero Imbruttito! 

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