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No vabbé, in Cile un uomo ha ricevuto (per errore) lo stipendio 330 volte in una botta e ha deciso di scappare col denaro

Il dipendente si è visto recapitare sul conto quasi 170mila euro. Dopo aver denunciato l'errore, però, ci ha ripensato e ha deciso di darsi alla fuga con il cash

Immaginate di ricevere, per sbaglio, il vostro stipendio non una, non due, non tre, ma ben 330 volte in un mese. Uno sbaglio, evdentemente. Cosa fareste? Un uomo cileno non ha avuto alcun dubbio: scappare con la grana. Lo scorso 30 maggio un fattaccio imbarazzante ha coinvolto il Consorzio Industriale Alimentare (Cial), che gestisce i marchi San Jorge, La Preferida e Winter e produce carne e salumi. Di proprietà di Alberto Kassis, è una delle più grandi aziende del Cile. Ma si sà, anche i migliori fanno cazzate. E così, a maggio, quelli delle risorse umane dell’azienda hanno inviato per errore a un dipendente uno stipendio 330 volte superiore al dovuto. Che bomba.

Invece di 500mila pesos, che sono poco più di 500 euro, il dipendente, un assistente alle spedizioni, si è visto recapitare sul conto quasi 170mila euro. Figa! Quella cifra l’avrebbe guadagnata solo dopo 27 anni di lavoro, pensate che roba. L’incredulo destinatario ci ha pensato su e alla fine si è detto (più o meno): “Sai che c’è? Ma io me ne vado con il cash, stica”. E così l’operaio al momento è desaparecido. In un primo momento, in realtà, era stato tentato dalla correttezza: l’uomo era andato dal vicedirettore del centro di distribuzione per dirgli che, rivedendo il suo conto, aveva notato un clamoroso errore nella sua retribuzione di maggio. Il suddetto vicedirettore si è recato quindi, di persona, alle risorse umane per capire la situazione e, constatando effettivamente l’errore di uno degli addetti, immaginiamo gli avrà sparato un cazziatone. I problemi sembravano finiti lì, perché l’assitente alle spedizioni sembrava avere tutta l’intenzione di restituire i soldi. E invece…

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L’operaio, dicevamo, aveva promesso di andare in banca e rispedire i soldi al mittente. Ma dopo ore di silenzio, con telefonate e messaggio senza risposta, l’uomo ha scritto solamente che si era alzato tardi e che sarebbe andato in banca. Questo è stato l’ultimo contatto dell’azienda con il lavoratore. Fino allo scorso 2 giugno, quando – tramite un legale – il cileno ha consegnato alla società la sua lettera di dimissioni volontarie. Nel mentre, l’uomo era passato in banca, sì, ma per prelevare tutto e darsi alla fuga. La società l’ha denunciato, ovviamente, e adesso il furbissimo ladro è ricercato in Cile per appropriazione indebita. Al momento, però, tutto tace: il cileno sembra svanito nel nulla. Che storia.

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