Bello scoprire come alcuni milanesi abbiamo fatto un pezzettino di storia, seppur in ambiti che ci sono sconosciuti. Lo ha fatto sicuramente Antonella Mazzoni, la prima buttafuori donna d'Italia. Milanese, of course, e decisamente Imbruttita. Non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che si è fatta spazio in un mondo maschiocentrico. L'ha intervistata Il Giorno, che ha ripercorso la storia di Antonella dagli anni '80 a oggi. Toccando soprattutto il periodo d'oro della movida, che ha portato la Mazzoni a conoscere star del calibro di David Bowie e George Clooney. Una carriera, la sua, non priva però anche di un bel po' di ostacoli e menate.
Oggi Antonella, 58 anni, si occupa di altro, ma per decenni è stata responsabile sicurezza e door selector di alcuni locali meneghini. Si occupava di sedare le risse e di selezionare gli ingressi, quindi di rimbalzare i non adatti a varcare la porta della disco. Un lavoro che, immaginiamo, richiede un bel po' di forza, mentale e fisica. La sua storia professionale, come racconta Il Giorno, è iniziata nel 1982 al Le Cinéma di via Ricciarelli a Milano. È passata poi al Divina di via Molino delle Armi, lavorando all'ingresso di sera e di giorno invece come impiegata commerciale. Nel 1987 la svolta: il Divina le propone di occuparsi di sicurezza. "Io ero entusiasta, ma non è stata poi una passeggiata. Il mondo dei miei colleghi era chiuso e maschilista. Ho dovuto conquistarmi la loro fiducia per essere considerata uno di loro. Mi sono anche attrezzata fisicamente, con la palestra e praticando street fighting e shoot boxe". Eh, figa. Immaginiamo.
Negli anni '90 ha lavorato per un botto di locali: l’Ipotesi di piazza XXIV Maggio, il Parco delle Rose di via Fabio Massimo, l'Aquatica di via Airaghi, il Café Solaire all'Idroscalo e l'Alcatraz di via Valtellina. Un bel po' di fatica, che porta Antonella a mollare il lavoro da impiegata e dedicarsi solo alla vita by night come buttafuori. Anche perché in pratica l'Anto era l'unica donna a fare quel lavoro, e per i gestori avere una presenza femminile all'ingresso era sicuramente un valore aggiunto. Una professione, la sua, che non attirava certo grandi simpatie, soprattutto tra coloro che venivano rispediti a casa all'ingresso. Ma con che criteri sceglieva chi poteva entrare in disco? "Le persone mi dovevano stupire e non intendo con l’abito di marca. Davo il buon esempio: indossavo vestiti bizzarri col capello lungo o corto, biondo platino o rosso fuoco, accessori improbabili…".
In tanti anni di lavoro, Antonella ne ha viste di tutti i colori. Ha vissuto momenti grandiosi e altri meno. Tipo quando per un no detto all’ingresso dell’Ipotesi due persone impasticcate l'hanno spinta dalle scale. "Per fortuna non mi sono fatta molto male ma ciò di cui sono più orgogliosa è essere riuscita ad affrontare questa e altre situazioni senza avere paura". E poi la quantità di liti da sedare. "Tantissime. Placavo gli animi non solo con la forza ma anche col dialogo". Ma, dicevamo, ci sono stati anche momenti grandiosi: "Non dimenticherò mai l’abbraccio di David Bowie nel camerino all’Alcatraz. E George Clooney che, arrivato al Café Solaire per lo spot della Martini, si esalta quando scopre che il boss della sicurezza è una donna". Te capì il George?
Nel 2005 Antonella ha mollato il colpo con i locali. Un po' l'età, un po' i cambiamenti. "Le discoteche erano cambiate. C’era in giro troppa droga. Ed era scomparsa la spensieratezza". Adesso lavora nell’officina Harley del marito, ma ogni tanto capita che qualcuno la tampini su Facebbok. Quelli che, negli anni '80 e '90, erano ragazzini e facevano serata nei locali in cui lavorava l'Anton. "Mi scrivono che mi vogliono tanto bene" ha spiegato al Giorno. So sweet!
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