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Ecco la top 10 delle città europee con l’aria più pulita. Italiane? Zero

Il problema dello smog, lo sappiamo, è uno di quelli più pressanti per noi milanesi (ma diciamo anche lombardi in generale). Tantissimi fattori inquinanti e una conformazione geografica che non aiuta rendono spesso e volentieri i valori della City al di sopra dei limiti. Ma il problema dell’inquinamento, sfortunatamente, riguarda praticamente tutte le grandi città […]

Il problema dello smog, lo sappiamo, è uno di quelli più pressanti per noi milanesi (ma diciamo anche lombardi in generale). Tantissimi fattori inquinanti e una conformazione geografica che non aiuta rendono spesso e volentieri i valori della City al di sopra dei limiti. Ma il problema dell’inquinamento, sfortunatamente, riguarda praticamente tutte le grandi città europee e, in generale, tutte le aree maggiormente urbanizzate. Non sorprende quindi più di tanto la classifica stilata da dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), che ha esaminato 340 comuni e li ha classificati in base alla pulizia dell’aria. Ovviamente nella top 10 non c’è nemmeno un’italiana. Ma va? C’era da aspettarselo, dai. A farla da padrone sono le città del Nord Europa, che rispetto al resto del Vecchio Continente possono godere di meno urbanizzazione e di ampi spazi verdi. Insomma, l’assenza del cemento non solo fa sentire meno la caldazza, ma fa anche respirare meglio. Logico. La ricerca si è orientata sulle concentrazioni del particolato fine PM2,5, che è stato misurato in microgrammi per metro cubo (μg/m3). La top 10 è quindi la seguente:

1-    Umeå, Svezia

2-    Faro, Portogallo

3-    Funchal, Portogallo

4-    Tampere, Finlandia

5-    Narva, Estonia

6-    Stoccolma, Svezia

7-    Uppsala, Svezia

8-    Tallinn, Estonia

9-    Bergen, Norvegia

10- Reykjavik, Islanda

Dai, possiamo almeno consolarci col sedicesimo posto di Sassari, prima tra le italiane, con 5,5 microgrammi di PM2,5 per metro cubo. Non c’è invece da star contenti per Cremona, Padova, Venezia, Vicenza e Brescia, tra le più inquinate di tutta Europa. C’è da lavorarci su, insomma.

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