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Se siete tipi mediamente introspettivi, se ogni tanto vi fate qualche domanda sulla vita, se dentro di voi aleggia la costante sensazione di non essere del tutto appagati, allora potreste essere proprio i destinatari top del concetto dell'ikigai. Un termine giapponese che adesso sta tirando una cifra anche tra gli occidentali, che hanno iniziato a farne una sorta di filosofia. Ikigai è un po' complesso da tradurre letteralmente, ma diciamo che significa scopo della vita. Gli amici nipponici ci tengono tanto a trovare quel qualcosa in grado di dare alle loro esistenze un significato più profondo, quell'appagamento totale che solo l'ikigai è in grado di dare. Niente di nuovo eh, siamo d'accordo, alla fine interrogarci sul senso delle nostre vite è una roba che facciamo un po' tutti, che hanno fatto probabilmente pure i nostri vecchi, i nostri avi e forse pure i primitivi. Quindi cosa rende speciale l'ikigai?

L'ikigai può essere spiegato. E questo non è mica poco. Basta disegnare un diagramma di Venn con quattro cerchi: ciò che amate, ciò che fate bene, ciò di cui ha bisogno il mondo e ciò per cui potete essere pagati. Ecco: l’intersezione dei cerchi è l'ikigai. Quella cosa che mette d'accordo tutte le definizioni citate sopra. Questo diagramma, però, non è proprio giapponese giapponese eh: è stato creato nel 2014 da Marc Winn, imprenditore britannico, e tempo zero è diventato virale. Sull'ikigai è stato scritto anche un libro, Il metodo ikigai. I segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice, che ha venduto tre milioni di copie. Tocca ammettere, quindi, che il concetto giapponese è stato acchiappato dagli occidentali che - cinicamente parlando - ne hanno fatto un business. Poco spirituale come cosa, ma del resto il successo del libro ha permesso al mondo di conoscere questo termine, e magari c'è chi si è sentito stimolato a guardarsi dentro. Vai a sapere.

ikigai.jpg

 

A diffondere l'ikigai nel mondo sono stati per lo più tale Norm Tam, dirigente di un’azienda di spedizioni canadese, che avrebbe scoperto questa filosofia a quarant’anni, dopo un periodo di profondo vuoto. Oggi il Tam gestisce un’attività di ikigai coaching e insegna a capi d’azienda come trovare il proprio scopo. Una roba simile la fa Paul Donkers, un career coach che vive nei Paesi Bassi e coordina oltre cento esperti di ikigai a livello globale. Purtroppo, come spesso succede, la situa è pure sfuggita di mano. C'è gente che sui social lancia pillole di ikigai per perdere peso, ottenere una promozione, trovare l'amore. Una volta era la legge dell'attrazione, oggi è l'ikigai. Domani sarà una nuova moda.

In effetti, come spiegato bene dall’Economist, non è la prima volta che prendiamo tendenze orientale e le reinterpretiamo a scopo di lucro. Tipo: il kakeibo è stato presentato come "l’arte giapponese del risparmio", ma in realtà si tratta semplicemente di segnarsi su un taccuino spese ed entrate. Capirai. Stessa dinamica per lo shinrin-yoku, o arte del "bagno nella foresta", che non è altro che una passeggiata nella natura. Quindi insomma, probabilissimo che pure l'ikigai sia stato pompato oltre modo. Non è un caso che i giapponesi non abbiano apprezzato questo modo occidentale di trasformare una loro parola in libri, conferenze e pseudo insegnamenti. Per il popolo del Sol Levante, l'ikigai è semplicemente qualcosa che regala piacere. "Se decido di tagliare la corda da una lezione per bermi una birra, quello è un mio ikigai", ha spiegato Kanda Nobuhiko, psicologo all’università di Bunkyo, vicino a Tokyo, come riportato da Internazionale.

Certo, la storia degli insiemi comunque è intrigante eh, bisogna dirlo. Il procedimento di trovare qualcosa che amiamo, in cui siamo bravi, ma che sia pure positivo per il mondo e che ci faccia pure guadagnare è figa. Complicatissima, ma figa. Ma, come abbiamo visto, questa è solo un'interpretazione occidentale dell'ikigai. In realtà basta tornare un po' indietro nel tempo per recuperare il senso di questo termine. Nel 1966, la psichiatra Kamiya Mieko scrisse un libro di memorie (Ikigai-ni-tsuite) per raccontare la sua esperienza di cura dei malati di lebbra. Nel libro, la doc affermò che le persone possono superare le avversità solo se hanno qualcosa a cui aspirare. Uno scopo, appunto. Un banalissimo, specialissimo scopo della vita. O ikigai, istess.

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