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Lifestyle
homegendergap_shutterstock

Imbruttite, oggi ci girano a paletta. Non sappiamo com'è la situa a casa vostra, però in generale per le donne non va benissimo. Presente tutta la menata del gender gap, no? Ecco: si pensa sia una roba che riguarda solo il lavoro, e invece tocca ammettere che le differenze fra uomini e donne partono proprio at home. La survey LEI (Lavoro, Equità, Inclusione) condotta da Fondazione Libellula, ha provato a conoscere lo stato di soddisfazione delle donne in ambito domestico, coinvolgendo oltre 4.300 lavoratrici tra impiegate, operaie, dirigenti e libere professioniste da tutta Italia. Tutte donne diverse eh, con professioni e stili di vita differenti. Ad accomunarle, però, uno scazzo profondo dovuto allo squilibrio nelle mansioni casalinghe e al basso potere nelle scelte finanziarie.

I numeri parlano chiaro: 3 donne su 4 (quindi il 76%) non sono per niente felici di come viene suddiviso il carico di lavoro con il partner e solamente una donna su 10 (pochissimo figa, il 9,3%) risulta la principale responsabile dell’indirizzo economico della famiglia. Se vi interessa approfondire, sappiate che questi e altri dati troveranno spazio nella campagna La verità non può restare in ombra, lanciata proprio in occasione della Libellula Week, una settimana di iniziative e incontri online, dal 21 al 25 novembre. Ma torniamo ai numeri va, che così vediamo se ci confermate il pessimo andazzo. Le donne in famiglia sentono di non contare praticamente un cazzo: dalla ricerca è emerso che quasi tutte lamentano il basso potere decisionale nelle questioni economiche. Solo nel 9,3% dei casi le women sono le principali responsabili delle decisioni finanziarie della famiglia, prese nella stragrande maggioranza dagli uomini. La gestione economica condivisa con il partner è nella maggior parte dei casi focalizzata sulla gestione ordinaria a breve termine: una pratica che rischia di far trovare impreparate le donne al momento della pensione. Tocca pensarci.

Capitolo gestione dei figli: alzino la mano le donne che ritengono di occuparsi dei nani molto più del partner. Stando all'analisi, 1 donna su 2 afferma di gestire i pargoli senza alcun supporto dal partner. Quando le mamme non sono coinvolte in modo esclusivo, spuntano altre figure di accudimento come nonni/e o baby-sitter, ma è invece raro che sia il compagno a occuparsene in prima persona. Solo nel 2% di casi l’uomo si smazza esclusivamente i figli, contro l’8% rappresentato dalle altre figure. Ma non è tutto: le donne intervistate affermano di utilizzare più dell’80% del loro tempo per lavoro, spostamenti e attività di cura, domestiche e familiari. Va da sé che lo spazio per i propri cazzi sacrosanti, come sport, uscite e hobby vari, sia decisamente limitato. Sob.

"I risultati della survey ci dicono che la discriminazione parte dalle mura domestiche, dove il tempo delle donne è essenzialmente tempo speso per gli altri", ha commentato Giuseppe Di Rienzo, Direttore Generale di Fondazione Libellula, la Fondazione che nasce nel 2020 da un progetto di responsabilità sociale di Zeta Service e che oggi vanta un network di circa 80 aziende virtuose (tra cui Barilla, Furla, Esselunga, Montenegro, Randstad,Zurich). "Deve far riflettere il fatto che molte donne ricoprano ruoli di responsabilità sul lavoro mentre a casa la loro opinione sulle questioni finanziarie conti meno. Come sta avvenendo nel mondo professionale, serve creare una cultura condivisa per raggiungere una piena equità anche in casa, che permetta alle donne di dedicare tempo a sé stesse ed essere protagoniste della vita economica famigliare", ha dichiarato ancora Di Rienzo.

Imbruttite, vi sentite pure voi vittime del gender gap?

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