A Milano c'è una via che vanta di essere la più cara in Europa, e la terza più cara del mondo. A fare due conti è stato il report Main Streets Across the Word della società immobiliare americana Cushman & Wakefield, che ha valutato i valori degli immobili e i listini delle merci dei negozi. Ebbene, indovinate qual è? Massì dai, Via Monte Napoleone, e quale sennò? Più lussuose, nel mondo, solo la Fifth Avenue di New York e la Tsim Sha Tsui di Hong Kong. Figa la grana.
Come abbiamo scritto poco fa, la classifica delle luxury streets è stata determinata dal valore degli immobili (affitto) e dai listini della merce in vendita nei negozi. Quindi, nel caso di via Monte Napoleone, parliamo di un canone medio di 14.547 euro al metro quadro l’anno. Stica. Poco di più nella Tsim Sha Tsui di Hong Kong, 15.134 euro/mq. Nella Fifth Avenue invece si sale a 21.076 euro/mq ma vabbè raga, parliamo di New York. In Europa gira il cash anche nella New Bond Street di Londra, quarta in classifica, e nell'Avenue des Champs-Élysées di Parigi, quinta. Tela chi la top ten.
"L'appeal di via Monte Napoleone porta Milano in vetta all'Europa dopo due anni difficili - ha spiegato Thomas Casolo, Head of Retail Italy per Cushman & Wakefield -. Nonostante le prospettive economiche a breve termine non siano rosee, gli operatori continuano a investire sul retail fisico. Il ritorno dei turisti, soprattutto dall'America, ha rimesso il capoluogo al centro del mercato del lusso in Europa". Inoltre "i valori locativi, in controtendenza e in crescita rispetto al 2019, dimostrano che gli operatori credono fortemente nella location e nell’importanza di continuare a investire nei negozi fisici per creare l’esperienza necessaria per rafforzare il proprio brand."
Nelle principali destinations retail a livello globale, viene segnalato che i canoni sono diminuiti in media del 13% nel periodo più orribile della pandemia, ma sono poi risaliti ad appena il 6% rispetto ai livelli pre-Covid. Nella fase più pesante della pandemia, i canoni di locazione nell’area EMEA (acronimo per Europe, Middle East, and Africa) sono scesi in media dell’11%, anche se con variazioni importanti a seconda della gravità della situa e delle misure di restrizione adottate. Tipo, Irlanda, Regno Unito, Spagna e Francia hanno subito un calo medio dei canoni addirittura fino al 28%, mentre in alcune parti dell’Europa orientale, come in Slovacchia e Slovenia, le variazioni sono state insignificanti. Poi, passato il picco della pandemia, gli affitti sono risaliti ad appena l’8% sotto i livelli pre-pandemia e all’inizio del 2022 l’Europa ha registrato volumi di vendita superiori del 4,1% rispetto ai livelli registrati a inizio 2020. Finita una menata, però, ne è arrivata un'altra e adesso la ripresa è ostacolata dall’inflazione. L'è inscì!
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