Se lavorate in office, forse vi sarete accorti di come è cambiata la pausa pranzo post pandemia. Riassumendo: ci sono meno clienti (causa smart working) e i prezzi sono saliti (perché ci sono meno clienti). Come riportato da un approfondimento di Repubblica, la situa è questa, e rimarrà così ancora per un bel po'.
Del resto prima il lockdown, poi lo smart working, poi - proprio quando stavamo ricominciando a tornare al lavoro e quindi a pranzare fuori - ecco spuntare la crisi energetica e l'inflazione. Tutto questo poteva forse non portare a un aumento dei prezzi? Claro que no. E poi, diciamocelo, i lavoratori che si concedono il pranzetto off office sono diminuiti drasticamente. Prima il lunch break era un momento di ritrovo, di stacco dal work. Adesso in molti lavorano da casa e quindi mangiano at home, e chi sta in ufficio si ritrova spesso da solo e preferisce la buona, vecchia schiscetta. Il colpevole principale, quindi, è proprio lo smart working, come ha raccontato a Repubblica Enrico Fontanelli, titolare del Giglio Rosso. "Prima avevamo molti clienti che venivano per incontri di lavoro. Adesso tutto si fa online e le persone di passaggio sono molto calate". E con le persone, ovviamente, sono calati anche i guadagni.
I clienti che ancora mangiano fuori a pranzo, inoltre, pare consumino di meno, probabilmente per risparmiare (visto il periodaccio). "Anziché ordinare primo e secondo - ha dichiarato il titolare del Lux Bar - prendono solo un piatto e rinunciano al dolce". Stando a quanto dichiarato dal vicepresidente di Confcommercio, però, questa crisi non riguarderebbe le zone del centro centro. "Le società con più sedi per razionalizzare sfruttando lo smart working hanno riunito i lavoratori in quelle centrali, togliendo clienti ai locali di alcune zone di Milano". Ma pensa te. Che poi è il solito serpente che si morde la coda: ristoranti e bar fanno fatica e aumentano i prezzi, ma l'aumento dei prezzi allontana ulteriormente i già pochi clienti. Che macello.
Come confermato da Confcommercio e Confesercenti, a Milano i prezzi legati alla pausa pranzo sono aumentati effettivamente del 10%, giustificati dall'aumento dei costi di energia e materie prime. Oh, spiace.
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