Se c'è una cosa che gli ultimi anni ci hanno insegnato, oltre a lavarci sempre bene le mani, è che col meteo non ci si capisce più una sega. A gennaio fa caldo, la pioggia non si vede più manco a Milano, ad agosto ci sono 70 gradi percepiti all'ombra e poi a settembre in tempo zero si cala a -10. Un bel casino il climate change, eh? Se a questa situazione ballerina ci mettiamo anche il rischio di inondazioni, movimenti del suolo legati alla siccità e vento estremo, capirete bene anche voi che la storia si fa preoccupante. E, purtroppo, ci riguarda molto da vicino: il ranking globale pubblicato da Xdi (The Cross Dependency Initiative), attiva nell'analisi dei rischi fisici in relazione al clima, ha inserito la Lombardia al quinto posto tra le aree europee più a rischio di eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici. Ahia.
In realtà questa valutazione non dovrebbe sorprenderci. Basti pensare ai danni provocati dall'esondazione dal torrente Re a Niardo, in provincia di Brescia, avvenuta dopo la bomba d'acqua di fine luglio 2022. L'anno scorso, inoltre, è stato caratterizzato da un caldo record e da una clamorosa scarsità di precipitazioni. E vi ricordate, nel 2021, l'esondazione del Seveso e del Lura? Il dataset Xdi Gross Domestic Climate Risk ha messo a confronto oltre 2.600 regioni (o altre entità substatali) di tutto il mondo in base alle proiezioni dei danni agli edifici e alle proprietà causati dagli eventi estremi. A livello europeo, quindi, è venuto fuori che la Bassa Sassonia in Germania, le Fiandre in Belgio, Krasnodar in Russia e il Veneto e la Lombardia in Italia sono le regioni europee ai primi posti in classifica e rientrano nella top 100 delle regioni più a rischio del mondo. Figa, al mondo!
Per quanto riguarda l'Italia, se ci allarghiamo all top ten spunta anche l'Emilia-Romagna, all'ottavo posto. Ma di che rischi parliamo, esattamente? In Europa rischiamo "inondazioni fluviali e superficiali o inondazioni combinate con l'inondazione costiera, ma anche caldo estremo, incendi boschivi, movimenti del suolo (legati alla siccità), vento estremo e congelamento", come spiegato da Xdi. Che poi raga, un occhio al clima per valutare meglio il business eh. "Questi risultati sottolineano l'importanza di valutare il rischio climatico fisico nei mercati finanziari, compresi i mercati obbligazionari, data l'entità degli investimenti di capitale rappresentati dagli asset a rischio nelle regioni individuate, la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali e la necessità di informare gli investimenti sulla resilienza climatica", ha spiegato infatti Rohan Hamden, Ceo di Xdi. Per questo "è fondamentale che le aziende, i governi e gli investitori comprendano le implicazioni finanziarie ed economiche del rischio climatico fisico e lo soppesino nel loro processo decisionale prima che i costi si aggravino oltre i limiti finanziari". Figa che peso.
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