E insomma, tutto 'sto bordello per accaparrarsi Twitter e alla fine stai a vedere che l'Elon Musk ha fatto una cagata. Strano eh, da un businessman come lui; l'uomo più ricco del mondo, fondatore della compagnia aerospaziale SpaceX, fondatore di The Boring Company, cofondatore di Neuralink e OpenAI e amministratore delegato di Tesla, questa volta pare aver preso un granchio. Aggiungerci pure Twitter poteva sembrare un'ottima idea, sulla carta, ma stando alle ultime rivelazioni, per il tycoon la presa del social che cinguetta non pare sia stata una mossa vincente. Da quando Musk è diventato ufficialmente Ceo di Twitter, infatti, il social ha perso più di metà del suo valore di mercato. Figa!
Oh, non lo diciamo noi eh, lo ha detto lo stesso Musk in una comunicazione interna ai dipendenti spifferata dal New York Times: l’azienda che l'imprenditore ha pagato 44 miliardi di dollari, oggi ne vale circa 20. Cioè, meno della metà. Nel messaggio inviato internamente, Musk spiega che Twitter si trovava in grave crisi finanziaria molto prima che arrivasse lui, una crisi così profonda da far temere addirittura la bancarotta. Una supercazzola? "Twitter perdeva tre miliardi l’anno - ha rivelato il magnate ai suoi, specificando che quando lui è diventato proprietario del social nelle casse c’era giusto il cash utile a pagare le spese "per altri quattro mesi". La cosa curiosa è che quando i giornali americani hanno appreso la notizia e hanno poi cercato di contattare l'ufficio stampa di Twitter per un commento, tutti hanno ricevuto la stessa mail generata da un bot, il cui unico contenuto era l’emoji della cacca. Tipico di Musk, quella sagoma. Insomma, Twitter non sembrava un ottimo business, perché mai allora Musk lo avrebbe acquistato (con così tanta insistenza, tra l'altro)? Elon ha indirettamente risposto alla domanda facendo un po' lo sborone e spiegando che da quando c'è lui gli investitori si litigano la pubblicità sulla piattaforma e che nelle sue previsioni il secondo trimestre del 2023 si chiuderà con il bilancio in pareggio. Mah!
Ma perché il visionario quanto eccentrico imprenditore è riuscito a svalutare così tanto il suo neo-acquisto? Bè, partiamo prima di tutto dal fatto che il passaggio di consegne non è stato dei più easy, e questo ha convinto diversi grandi inserzionisti a mollare la piattaforma. Inoltre la società di investimento Fidelity, tra le principali fonti dei fondi per l'operazione, ha svalutato il valore delle sue azioni del 56%. A dimezzare il valore dell'azienda anche l'atteggiamento brutale di Elon Musk, che una volta preso il comando ha deciso di licenziare quasi due terzi dei dipendenti di Twitter, passati da 7500 a meno di 2000. Ma le grane, per il tycoon, non sono finite qui. Alcuni giorni fa un utente ha pubblicato sulla piattaforma Github alcuni estratti del codice sorgente di Twitter, cioè il dna della piattaforma. Non una roba assurda eh, tanto che lo stesso Musk ha dichiarato più volte di volerlo rendere pubblico, giusto per far capire a chi se ne intende un po' di tech come funziona il social. Epperò la pubblicazione del codice non era stata autorizzata dall’azienda e quindi Musk s'è incazzato.
L'imprenditore ha infatti lamentato una "rara e importante esposizione di proprietà intellettuale" e ha deciso di inviare un avviso di violazione del copyright a GitHub, che ha successivamente rimosso il codice. Tutto bene quel che finisce bene? A naso le peripezie di Twitter non si chiudono qui...
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