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Premessa per tutti quelli che hanno storto il naso leggendo il titolo di questo pezzo: Cappella Sistina di Milano non ce lo siamo inventati noi per pontificare sulle bellezze meneghine e fare paragoni azzardati con le meraviglie vaticane. Il claim è stato coniato da Vittorio Sgarbi, non proprio una capra quando si parla di storia dell'arte. In tantissimi poi lo hanno seguito per definire in modo immediato ed efficace lo splendore della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore.  

Siamo in Corso Magenta, davanti alla facciata di un luogo di culto cattolico all'apparenza come tanti altri. Il portone affaccia proprio sul trafficato pavè dove sferragliano i tram e la gente avanza frenetica sui marciapiedi. Un volontario del Touring Club Italiano ci invita a entrare, dice che non ce ne pentiremo. 

Un cartello sulla strada indica che si tratta di un raro esempio di chiesa conventuale, annessa al Monastero delle Benedittine ed edificata nel lontano 1503. Già, perchè veniamo a sapere che il cantiere fu iniziato non solo per la cittadinanza, ma anche per le monache di clausura. Con il piccolo dettaglio che queste ultime (essendo appunto in clausura) non potevano entrare in contatto con il pubblico.

L'ingegno milanese già nel sedicesimo secolo era orientato al problem solving. Ecco allora che si inventarono la singolare divisione della chiesa in due metà: quella verso la strada - la parte pubblica - è separata da un tramezzo dal cosiddetto Coro delle Monache, riservato alle sole religiose che lì sentivano Messa. TAAC!

Già, ma perchè Cappella Sistina di Milano? L'effetto wow si verifica molto presto, alzando gli occhi. Un tripudio di dipinti, stucchi, affreschi che ricoprono ogni spazio, sia nella parte pubblica sia nel Coro delle Monache.

Il gran visir di tutta questa bellezza è il sciur Bernardino Luini (no, non c'entra nulla con quelli dei panzerotti, basta pensare sempre a mangiare, cibatevi di cultura!). Come si può leggere proprio sul sito del Touring Club Italiano, l'artista operò a San Maurizio con la sua scuola dal 1522 al 1529, ritraendo storie di santi, parabole, episodi della vita di Cristo e biblici. Una straordinaria espressione della pittura rinascimentale lombarda. 

Proprio come nella vera Cappella Sistina i particolari su cui soffermarsi sono pressochè infiniti. Uno su tutti, il grande affresco del Coro delle Monache che raffigura l'arca di Noè, con le bestie da salvare, tra le quali il Luini ha inserito anche due unicorni. Tel Chi...

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Altra cosa da notare sempre nel Coro delle Monache è un grandissimo e raro organo,  opera di Gian Giacomo Antegnati, che risale addirittura al 1554. L’organo ha subìto importanti modificazioni nel XIX secolo, per essere adeguato al mutato gusto musicale, ed è stato riportato verso i caratteri sonori originari da un restauro effettuato nel 1982.

san_maurizio_4.jpg

 

Dovete sapere che San Maurizio è sempre stata un capolavoro dell’arte milanese, ma il tempo ha a poco a poco compromesso lo stato delle pitture interne: già negli anni Ottanta le cromie erano alterate, alcune figure del tutto scomparse, infiltrazioni e annerimenti all’ordine del giorno. Da lì l'idea del restauro iniziato al 1985 grazie a contributi privati. Il boost che ha riportato la chiesa all'antico splendore si è verificato dal 1997 al 2015 grazie alla sponsorizzazione della Banca Popolare di Milano. 

Tutta questa bellezza oggi è in mano a un navigatore solido. No, non stiamo parlando di Noè, ma proprio del Touring Club Italiano che grazie ai suoi soci volontari tiene aperta la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore sin dal lontano 2006. Credetemi, sono molto più gentili degli operatori costretti a regolare il traffico nella cappella vaticana, potete anche fare loro qualche domanda.

Oh, ma le monache di clausura? Come ci spiega il Comune di Milano sul proprio sito il Monastero, un cenobio femminile benedettino, il più importante per la città di Milano tanto da essere definito Maggiore, è documentato a partire dall’VIII-IX secolo. Con la soppressione degli ordini monastici nel 1798 e l’apertura delle vie Ansperto (a partire dal 1865) e Luini (nel 1867), la chiesa fu in qualche modo separata dalle strutture del Monastero, nel frattempo adibito prima a caserma, scuola, ufficio di polizia e ospedale militare, per poi diventare sede del Museo Archeologico di Milano a partire dal 1964-65. 

Insomma, va bene il Giudizio Universale di Michelangelo che è un capolavoro, ma pure qui a Milano ci difendiamo bene, basta saperlo.

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