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Lifestyle
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Imbruttiti, avete voluto la bicicletta? E ora tocca pedalare! Non stiamo parlando ovviamente di slalom in mezzo al traffico, ma di vere e proprie pedalate in mezzo al verde. Del resto la bella stagione è ormai arrivata e la bici è il mezzo giusto per godersi la natura e pure - why not - rimettersi in forma se ce ne fosse bisogno. Pronti quindi a dare una gonfiatina alle gomme, un check al campanello (perché se non si può usare il clacson, un buon Imbruttito deve quanto meno poter scampanellare), un po' di olio alla catena e partire? Dai, venite con noi alla scoperta delle più belle piste ciclabili lombarde.

La ciclabile del Naviglio Pavese

Zero sbatti a caricare le bici in macchina? Tranqui, per questo giretto non c’è bisogno di scomodare il mezzo nemmeno per un chilometro. Forse non lo sapete, ma esiste infatti una pista ciclabile che parte direttamente dalla City. È la ciclabile del Naviglio Pavese, che collega Milano a Pavia. Il percorso inizia dalla Darsena di Porta Ticinese a Milano imboccando la via Alzaia Naviglio Pavese e conduce, seguendo le acque del fiume per 30 km, alla splendida Certosa di Pavia. Con altri 6 km, ecco che sarete arrivati al centro storico di Pavia.

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È un itinerario perfetto anche per i ciclisti meno esperti: tutto pianeggiante e semplice, anche se nel primo tratto la strada è promiscua. Si pedala lungo la sponda sinistra del Naviglio, per poi passare a quella di destra all’altezza dello svincolo per Famagosta. C’è qualche chilometro su sterrato compatto, quindi meglio evitare di fare i fighi con le bici da corsa e poi spalmarsi per terra alla prima frenata. Allontanandosi da Milano e dalla periferia, iniziamo ad intravedere un paesaggio un po' più rurale con orti e campi che si affacciano sul percorso. Caratteristiche sono le chiuse idrauliche che un tempo consentivano il trasporto di merci in entrambe le direzioni.

Attenzione al sottopassaggio ad angolo retto nelle vicinanze di una rotonda a Binasco, prima di giungere ad uno dei tratti più belli di tutto il percorso con fossi e lunghi filari di alberi. Pedala che ti pedala, si arriva alla chiusa dei Molini a Torre del Mangano, nel comune di Certosa di Pavia. Da qui si prosegue costeggiando il Naviglio e a sinistra ci si trova di fronte ad un viale alberato: Viale Certosa. Non vi sentite un po' a Milano, con questi Giargiana che copiano anche i nomi al capoluogo caput mundi lombardo? Scherzi a parte, dopo circa un chilometro sarete ai piedi della maestosa facciata della Certosa, monastero cistercense di ineguagliabile bellezza voluto da Gian Galeazzo Visconti nel 1393 per celebrare il potere dei Duchi di Milano.

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Dopo una visita agli affreschi, al chiostro piccolo e alla pietra tombale di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, si può proseguire per altri 6 km per raggiungere Pavia e il suo centro storico, in un affascinante tour lungo le antiche mura. Qui un bell’ape prima di ripartire è d’obbligo.

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La pista ciclabile del Lago di Varese: tra alianti e storia

Per il prossimo itinerario, tocca prendere la macchina, ma non per molto. Vi basterà imboccare l'A8 e in un’oretta sarete a Gavirate, traffico domenicale permettendo. Il percorso non è brevissimo, ma è adatto anche alle famiglie con nani al seguito ed è perfetto per concedersi un picnic e un po'di relax nel verde che caratterizza la zona. Parcheggio gratuito presso la sede della storica Canottieri Gavirate, giù le bici e via che si parte per percorrere i 28 chilometri della ciclabile del lago di Varese. Meglio imboccare il giro ad anello in senso orario, dato che il tragitto presentameno strappetti.

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La prima attrazione della giornata che sicuramente affascinerà grandi e piccini è il Volo a Vela, da cui partono gli alianti che sorvolano la Provincia. Pedalando pedalando si arriva poi, dopo circa metà strada, ad un luogo perfetto per mangiare due panini al parco della Schiranna, altro luogo topico per lo sport del canottaggio, molto praticato da queste parti.

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A pancia piena e dopo una pennichella d’obbligo, potrete ripartire per il secondo tratto, ancor più immerso nei boschi. Se vi dovesse venire sete o un classico buchetto allo stomaco, l’intera pista ciclabile è dotata di fontanelle dove dissetarsi e di panchine per fermarsi a riprendere il fiato. Suggestivo il passaggio vicino alla Palude Brabbia, con la sua particolare fauna, e all’Isolino Virginia, uno dei luoghi più importanti per la Preistoria europea nonché patrimonio mondiale dell’UNESCO. Qui il fondo è in pavé e si costeggia direttamente il lago. Ancora poche pedalate (si può dire però le più impegnative per un tratto in falso piano) ed eccoci tornati al punto di partenza.

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La ciclabile del Mincio: da Peschiera del Garda a Mantova lungo le alzaie

Questa volta ci dovete perdonare perché questo percorso inizia in Veneto per proseguire ed arrivarein Lombardia. Non potevamo però non menzionarlo, visto che è tra le più belle piste ciclabili che il nostro territorio possa offrire. È più lunga rispetto a quella varesotta, ma allo stesso tempo molto facile. Stiamo parlando della ciclabile del Mincio, che parte da Peschiera del Garda e giunge fino a Mantova. Corre per circa 43 chilometri, lungo le alzaie del fiume caro a Virgilio.

Si parte dal viadotto ferroviario di Peschiera del Garda, splendido borgo murato con un sistema di difesa a cinque torrioni. Passando per Mozambano, con il suo borgo e il castello che coronano la collina, si procede fino ad intravedere il castello scaligero di Valeggio sul Mincio. Immersi nella natura incontaminata, a passo rilassato si raggiunge Borghetto sul Mincio con i suoi caratteristici mulini ad acqua e gli antichi resti del ponte visconteo.

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Dopo una breve sosta ad ammirare le bellezze che il posto ci offre, si riprende a seguire il corso del fiume fino a Palazzolo. Qui potrete trovare la variante per Volta Mantovana, che si estende ai piedi del castello medievale. A questo punto la pista inizia a discostarsi dal fiume, proseguendo lungo i canali della pianura mantovana. Manca ancora una ventina di chilometri per arrivare a Mantova. Vi consigliamo di imboccare il tratto ciclopedonale che corre lungo il Lago di Mezzo e finalmente, dopo tanta strada, ecco il Castello di San Giorgio. Ora vi resta "altro" che tornare indietro: gambe in spalla, anzi in bici!

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Limone sul Garda: sulle acque cristalline del Lago

Torniamo a tutti gli effetti in Lombardia, anche se agli estremi della regione. Siamo in cima al Lago di Garda, al confine con il Trentino. Questa pista ciclabile, che in realtà è solamente un breve percorso, è perfetta per chi ama i luoghi instagrammabili. Ci troviamo infatti a Limone sul Garda, celebre località turistica (ve ne avevamo parlato anche qui). Ocio: si va piano, c’è il limite massimo dei 10 chilometri all’ora e tocca fare un po' di slalom tra le persone. Tutta la fatica però è ripagata dalla bellezza che il Garda ci offre.

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Inaugurata nel 2018 come prima tratta della ciclovia del Garda (un progetto che collegherà ben 19 località dando vita alla pista ciclabile più lunga d’Europa), si compone solamente di 2.5 chilometri. È tuttavia difficilissimo trovare posto per l’auto all’imbocco della ciclabile (ci sono solamente una decina di parcheggi), motivo per cui si parte da Limone centro con i suoi fiori e i suoi limoni e il tragitto diventa leggermente più lungo. La soluzione più easy è lasciare la vostra quattro ruote al parcheggio multipiano sul lungolago Marconi o al parcheggio in via Caldogno. Poi dovrete percorrere circa 3 chilometri da qui all’inizio vero e proprio. Vi anticipiamo – e poi non dite che non ve lo avevamo detto – che non è un tratto facilissimo, con continue salite e discese tra i vicoli stretti di Limone.

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Tutto sto sbatti, manco fossimo in un qualsiasi lunedì mattina a Milano, per cosa? Semplice: la strada è incastonata tra le montagne a ridosso delle acque del Lago di Garda ed è impossibile non innamorarsene. Un’esperienza davvero memorabile. È in località Capo Reamol che la magia prende vita, con la passerella in cui si è letteralmente sospesi a picco sul Garda. Lo skyline è da sogno: a 30 metri sopra il livello dell’acqua, a sbalzo sulla passerella ancorata nella roccia, con il monte Baldo e i paesini affacciati sul lago a fare da sfondo. La pista ciclopedonale termina infine con il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, al confine con Riva del Garda e la Provincia Autonoma di Trento. E se preferite qualcosa di più intimo, magari da percorrere in una sera d’estate, sappiate che è aperta anche in orario serale con il tragitto a sbalzo illuminato da luci a led, integrate all’interno dei montanti del parapetto. Figata!

La ciclopedonale Vello – Toline, pochi km ma suggestivi

Tutto questo pedalare su e giù e lungo percorsi fin troppo lunghi vi ha già stancato? No panic, per i più pigri abbiamo la soluzione: la pista ciclopedonale Vello – Toline. Siamo su un altro lago suggestivo: il Lago d’Iseo, in provincia di Brescia. Vello e Toline sono due frazioni di due piccoli paesini della sponda bresciana: il primo di Marone, mentre il secondo di Pisogne. Questo percorso è molto, molto semplice, ma soprattutto estremamente corto (circa 5 chilometri pianeggianti) e scenografico.

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Anche qui il panorama è tanta roba, fiancheggiando il lago con le montagne che vi si tuffano dentro. Unico rischio che correrete è quello di venire frenati dal vento, sempre molto presente nella zona. Partiamo da Vello, dove sono presenti alcuni parcheggi (sì, si paga). Dopo aver attraversato il centro abitato, ci si trova davanti l’ingresso della pista ciclopedonale.

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Il percorso si snoda attraverso numerose gallerie scavate nella roccia e termina al piccolo promontorio della Punta delle Croci Bresciane. Lungo il tragitto si possono ammirare splendidi scorci panoramici grazie a slarghi dove ci si può fermare. Consigliamo in particolare la vista sull’orrido di Castro, sulla sponda bergamasca. Non si tratta di un giro ad anello, per cui una volta giunti a Toline si dovrà tornare indietro e ripetere il medesimo percorso dell’andata per un totale di 10 km. Se vi sembrano troppi, vi assicuriamo che non lo sono: in men che non si dica sarete arrivati a destinazione con tante foto in più sul vostro cellulare.

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Curiosità del giorno, quella che percorrerete (perché ci andrete, sì?) era un tempo la stretta stradina che collegava i due paesi. Negli anni è stata rimpiazzata da una statale molto più ampia che corre alcuni metri più in alto e che non disturba la pedalata visto che né la si vede né la si sente. Ora tocca a voi: fateci sapere quale avete scelto e non dimenticate di taggarci nelle foto!

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