Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

News
lidiapoetcreditarchiviom.poetlareditore

La serie tv con Matilda De Angelis (uscita su Netflix a febbraio) è servita a far conoscere meglio al grande pubblico una personalità femminile importantissima per la storia italiana, l'avvocatessa Lidia Poët. La prima del Belpaese, che ha vissuto ed esercitato la professione tra il 1800 e il 1900, tra la sua città natale Torino e la già allora fervente Milano. Una tipa cazzutissima, va' detto, imbruttita in tempi non sospetti. Ecco perché - adesso - la City ha deciso di celebrarla, intitolando a suo nome un meraviglioso giardino nella piazza San Pietro in Gessate, a due passi dal Palazzo di Giustizia e dal Tribunale.

La Lidia, dicevamo, è la prima donna a essere entrata ufficialmente nell’Ordine degli avvocati in Italia. Nonostante fosse piemontese, ha lavorato spesso a Milano, contribuendo a portare in alto la bandiera del progresso di cui da sempre la metropoli si fa portavoce. La decisione di dedicare un giardino a Lidia Poët è arrivata direttamente dal Beppe Sala, dopo la proposta dell’assessorealla Cultura, con delega alla Toponomastica, Tommaso Sacchi. Ma facciamolo un sunto della storia della Poët, che merita.

Nata a Perrero, Torino, nel 1855, Lidia Poët è una donna che ha cambiato la storia. La sua e quella di tutte le donne e uomini italiani. Una passione di famiglia, quella per l’attività forense, che ha ereditato dal fratello maggiore Giovanni Enrico e che l’ha spinta, da giovanissima, ad abbandonare gli studi universitari in medicina per dedicarsi alla Giurisprudenza. Scelta che l’ha portata a diventare la prima avvocatessa italiana a entrare ufficialmente nell’Ordine degli avvocati (il 9 agosto del 1883, non senza qualcuno che le mettesse più volte i bastoni tra le ruote), con cariche fino a quel momento dedicate ai men. Abile ed empatica nella risoluzione anche di ostici casi, il contributo che Lidia Poët ha dato all’attività giudiziale è molto più di tutto questo. Partecipò infatti attivamente alla realizzazione dell’attuale diritto penitenziario, nonché al programma per il primo congresso delle donne italiane, tenutosi a Roma nel 1908. Pur non riuscendo mai ad esercitare a pieno titolo la sua professione – per via della forte disparità di genere di quel periodo storico – la Poët affiancò sempre con tenacia, curiosità e voglia di fare il fratello nell’esercizio della professione legale. Intervenne per lo più in difesa di cause a lei molto care, come i diritti dei minori, degli emarginati e delle donne, sostenendo ovviamente anche il suffragio universale. Gran donna cazzo.

Parità di genere, dicevamo. Qui è ancora tutto in loading anche quando si parla di strade, piazze, parchi, giardini e monumenti pubblici dedicati alle figure femminili. Dopo le celebri piazze dedicate alla fotografa Tina Modotti, alla designer Gae Aulenti, le vie intitolate a personalità femminili della poesia e della scrittura italiana come Ada Negri e Grazia Deledda, ma anche le recenti statue di commemorazione per Cristina Trivulzio di Belgiojoso e di Margherita Hack, il piccolo polmone verde Lidia Poët è di certo un passo avanti verso l’obiettivo, ma ancora troppo poco per raggiungerlo. Oh, l'aveva detto pure il Mayor che in merito alla celebrazione femminile siamo ancora molto indietro. Ma diamolo, qualche numero: a Milano i luoghi pubblici dedicati a persone sono tipo 2.593, dei quali circa il 95% intitolati a personalità maschili (2.466) e solo 127 rivolti alla commemorazione di grandi donne. Un numero ridicolo, che scende ulteriormente a 95 con l’esclusione di sante e altre figure femminili della religione. Dai figa, se siamo indietro.

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito