Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Food&drink
img20231018wa0027

Impossibile non ricordare la Trattoria della Gloria, in via Mario Pichi al 5, a due passi dal Naviglio Grande. Anche chi non ci è mai andato a pranzo o a cena sicuramente l'avrà impressa nella memoria, negli occhi, con le sue tende annodate ad oscurare parzialmente le vetrate, e l'insegna bianca su sfondo rosso. Classicissima e rassicurante. Ecco, la Trattoria della Gloria ha chiuso i battenti qualche mese fa, dopo che i due gestori Carmine e Gloria (quella Gloria, appunto) hanno annunciato di volersi riposare. La coppia ha una figlia, Greta, che però si occupa di altro. "In questi sedici anni gli spettacoli di teatro, i film, le mostre, gli aperitivi e le feste li abbiamo vissuti principalmente attraverso i vostri racconti e questo, un po', adesso che la vita si accorcia, ci pesa - scrissero tempo fa su Instagram, annunciando l'imminente chiusura - Lo scorrere del tempo è inesorabile e produce i suoi effetti: Gloria fa fatica a spadellare, Carmine diventa sempre più burbero e Greta ormai fa il suo lavoro. Quindi la nostra decisione è quella di lasciare spazio a ragazzi giovani e competenti che proseguiranno quella che è stata una splendida storia".

E conosciamoli allora questi ragazzi giovani e competenti: Tommaso Melilli, scrittore e cuoco in pole position ai fornelli, di parigina formazione; Luca Gennati, curatore e fondatore di progetti d'arte contemporanea, operativo in sala. Ad occuparsi dei vini c'è invece Rocco Galasso, oste-sommelier che in molti ricorderanno già da Vinello e poi da enoteca\naturale. Poi ci sono altri tre soci investitori, che hanno contribuito col cash senza palesarsi. Le tre new entry facevano quindi già immaginare qualcosa di interessante, che probabilmente non avrebbe fatto rimpiangere la Trattoria della Gloria agli affezionati. Ma a settembre, quando la trattoria è diventata semplicemente Gloria, si è rinfrescata e alleggerita dalle tende, e ha convertito la cucina in una proposta da bistrot parigino comfy ed economico, chissà se i tre si aspettavano questo successone. Sì perché, se avete provato a chiamare nei primi giorni di riapertura, possibilissimo che non abbiate trovato posto. Una domanda, quindi, sorge spontanea. Come si rigenera un’osteria storica milanese senza far incazzare chi quell'osteria la conosceva bene?

Lo abbiamo chiesto a loro, direttamente. "Probabilmente la fortuna è stata non porci troppo questa domanda. Le cose stanno andando in modo molto sano e tranquillo. Sarà stato un po' aver lavorato alla rinascita del locale tutto agosto e settembre scartavetrando, dipingendo, montando e smontando arredi che ci ha permesso poco alla volta di conoscere tutti i vicini di casa e vecchi clienti. Sarà stato un po’ il rispondere al telefono fisso prendendo il tempo di raccontare che la gestione è cambiata, ma che non c’è intenzione di fare tabula rasa di una storia di più di quindici anni. Crediamo di esserci presi cura di Gloria e questo speriamo riescano a sentirlo anche chi amava e ha vissuto la Trattoria della Gloria. Poi qualcuno si è già incazzato e altri si incazzeranno comunque, ma sarebbe assurdo il contrario". L'atmosfera non è cambiata: è sempre accogliente, rassicurante. Ci si piazza sulle panchine fuori dal locale a sorseggiare un calice di vino, oppure se non si trova posto al tavolo si può optare per un più easy posto al bancone interno che - volutamente - non è mai prenotabile.

Da osteria a bistrot parigino, il menù è ovviamente cambiato. Ma non aspettatevi piatti estremamente fighetti, incomprensibili e inavvicinabili. "Volenti o nolenti alla fine l’influenza parigina c’è e non abbiamo potuto farci nulla. Preparando il locale e facendo le cose passo a passo ci siamo accorti che sì, dell’aria parigina era entrata dalla finestra. Tommaso, chef e socio, e Roberto, il secondo chef, hanno un’esperienza quasi decennale tra i locali della capitale francese e questo poi ritorna in alcuni aspetti del menù. Abbiamo deciso di non usare la parola Trattoria per identificarci, però i confini entro cui ci muoviamo sono molto simili. Sicuramente meno identità legata alla tradizione milanese, questo sì".

Instagram
trattoriadellagloria

Instagram

Visti i tempi, un plus va sicuramente ai prezzi del menù che - in alcuni casi - sono anche più bassi di quelli già fattibilissimi della trattoria. "Stiamo facendo di tutto per poter offrire una buona serata a tavola mangiando e bevendo bene, uscendo da Gloria con uno scontrino medio adeguato. È stato un aspetto di cui abbiamo parlato tanto. Siamo contenti e soddisfatti di aver fatto questa scelta e di portare avanti allo stesso tempo una ricerca della materia prima e del suo utilizzo senza arzigogoli che ne aumenterebbero solo il costo". Qualche esempio? Sul menù potreste trovare il classico minestrone a 10 euro, o gli spaghetti alla tunisina, 12; spazio anche a frittata e raspadura (6 euro) o, come dolci, tiramisù perduto e Panna cotta, entrambi 7 euro.

Occhio anche a due trend che piacciono molto ai milanesi: vini naturali e speciality coffee. "Sono aspetti che fanno parte della nostra vita lavorativa da tanti anni. Rocco svolge da più di sei anni un intenso lavoro di selezione e proposta di vini naturali. Insieme a Luca, ha gestito enoteca/naturale dal primo giorno di apertura. Sì, non è proprio un puntare su un trend, è più una necessità, o meglio l’unica scelta che sentiamo nostra e per noi percorribile".

C'è un motivo se avete puntato su questa zona in particolare di Milano? "Il motivo è semplicemente la Trattoria della Gloria, quello che c'era prima e la possibilità di un qualcosa che stiamo creando. Non abbiamo fatto un’analisi della zona proiettando cosa sarà tra qualche anno o simil. Abbiamo scoperto proprio nei giorni precedenti l'apertura che molti clienti, amici e colleghi vivono non troppo lontano. Una scoperta che ci ha fatto vivere con ancora più affetto il quartiere".

Raga, se passate di lì ditegli che vi mandiamo noi eh! Non cambierà un cazzo, ma fa sempre piacere.

Cover foto credit: Stefano Scagliarini.

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito