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Editorial
babbonatale7

Caro Babbo Natale,

sono già passati dodici mesi ed eccomi di nuovo qui, a fracassarti gli zebedei. Un altro anno, un altro giro di giostra, l'ennesima letterina che riceverai. Ormai ti tirano in ballo sempre, anche molto prima del dovuto. Finito il circo di Halloween, eccoti spuntare dovunque. Slitta e fatturato. Un po' ti conosco, my dear Santa, so che nonostante la residenza in Inculonia - ops...in Lapponia - sei un Imbruttito inside, proprio come me. Quanti sbatti, quanti Giargiana in giro. Che poi se fanno il kick-off del progetto Christmas Night prima di Sant'Ambroeus diventa tutto un rebelot.

Bisogna assumere più elfi, già si è sempre fatto fatica a rispettare i turni con un sacco di straordinari verso la fine del fiscal year. Se si parte un mese prima scatta la rivolta. Mica gli elfi scioperati si possono sostituire con l'ultimo scappato da casa tra quelli che passano per Rovaniemi a farsi un selfie. Per fortuna la Notte di Natale c'è una fascia protetta, un po' come dalle 15 alle 18 per l'ATM. Però non si possono trasportare tutti i doni del mondo in sole tre ore! Sicuramente ti hanno pure fatto storie sulle renne per la slitta. Che ne sanno questi leoni da tastiera che tu ami gli animali, le renne le curi tutto l'anno con amore, come delle figlie. Non ti curar di loro, sono un popolo che si dedica ai buoni consigli sui social perché non è nemmeno capace di dare il cattivo esempio nella vita reale. Tra i tuoi hater mi immagino Giargiana che costringono per ore ignari barboncini in una Louis Vuitton, magari pure tarocca. 

Caro Babbo, ti immagino proprio così, immerso negli sbatti nella tua capanna, circondata da una bufera di neve. Gli interni spartani, vissuti e pieni di pacchi. Con gli elfi junior che ti lasciano la porta aperta e tu, sospirando, interrompi il lavoro di smistamento letterine per andarla a richiudere e non fare entrare il freddo. Veniamo al dunque, la letterina con la mia lista dei regali che vorrei trovare sotto l'albero.

Il primo punto è proprio accorciare la to do list. Troppi sbatti, gli impegni si susseguono, l'agenda è sempre full e gli incastri in cui ritagliare tempo per le cose davvero importanti sono sempre più difficili. Non so se sia colpa di un precoce invecchiamento, dell'incapacità di organizzarmi o altro. 

Dammi la forza e illuminami. Non credo di essere io quello inadeguato. L'unica vera causa sono i rompiscatole seriali, quelli delle mail con oggetto URGENTE!!!! (sì c'è proprio qualche fenomeno che crede di attirare l'attenzione moltiplicando i punti esclamativi), quelli delle call alla vigilia di Natale, dei weekend di teambuilding con il coach per cementare lo spirito di squadra. I guru del "se vuoi puoi". Ecco, se puoi, fai una cosa sola: levameli dalle palle. 

Potrei anche chiederti le cose che ti scrivevo quando ero nano: basta con le guerre, la fame, le malattie, vogliamoci tutti bene. Sappiamo entrambi che sono utopie, semplicemente perché il mondo è un merdone unico. Come quello dello stronzo che non ha raccolto la cacca del cane fuori dal mio portone. Ti stavo scrivendo questa letterina sulle note dello smartphone e ora il pezzo di emme ce l'ho sotto le scarpe, figa. 

Forse potrei invece chiederti di fare calare il prezzo delle case e degli affitti a Milano, un aumento di stipendio contro il carovita, un biglietto vincente della lotteria di Capodanno comprato dal tizio che grida in Vittorio Emanuele. Tutte cose per cui mi faresti il gesto dell'ombrello scappando via con la slitta. Già, forse i miei desideri per essere esauditi dovrebbero essere molto più circoscritti. Non l'intera Terra, non uno Stato, nemmeno la città di Milano e neppure il quartiere. Riesci a regalarmi un briciolo di serenità intorno a me?

Dico proprio a pochi passi, non chilometri. Tra le persone a cui voglio bene, tra chi incontro uscito dalla porta di casa. Distribuisci sorrisi impacchettati da regali. Fai in modo che si smetta di valutare la qualità delle persone in base al numero di follower, clic, interazioni. Contino invece i contenuti della vita reale. Aiuta quel senzatetto all'angolo, fai prosperare le attività commerciali dalle quali mi rifornisco, purifica l'aria che respiro. Regalami il tempo per bere una birra con gli amici, un caffè per fare due chiacchiere senza controllare le notifiche del telefono, la salute per affrontare la quotidianità e il coraggio di fregarmene delle cose che non servono, anche se in quel momento sono trend topic

Comincia così Santa Claus, dal basso e dalle piccole cose. 

Se tutti ti chiedessimo in regalo questo, forse, avremo un mondo davvero migliore. Una Milano più bella e vivibile, da Brera a Quarto Oggiaro. La smetteremo di rimbalzarci accuse sui social (remember l'eterna battaglia politica Gotham City si/ Gotham City no) e prenderemo il toro per le corna, senza schiacciargli le palle infilzando il tallone in Galleria e riprendendolo con il telefono mentre soffre. Che poi, diciamocela tutta, pure scriverti una lettera sulle note dello smartphone è una gran giargianata. 

Ci vediamo presto, caro Babbo!

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