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"Non ce la faccio, troppi ricordi". Non può che iniziare con questa frase-meme un pezzo in cui provo a raccontare cosa significhi per noi, ex ragazzi degli anni '80-'90-'00, il fallimento di Smemoranda. Siete sbiancati? Non lo sapevate? E allora tocca fare un passo indietro.

Nel marzo 2023 la notizia è passata un po' in sordina, eppure meritava un'eco più assordate. Il 22 il Tribunale di Milano ha ufficialmente avviato la procedura di liquidazione giudiziale di tutte le società che fanno parte di Smemoranda Group. Tra queste c'era anche ZMC (Zelig Media Company), di cui in effetti si è parlato di più. La società che gestiva lo storico locale di cabaret in viale Monza a Milano, si occupava anche della produzione dell’omonimo programma comico. Nel 2022 Mediaset ha acquistato il marchio per 6 milioni di euro, ma questo non è bastato a risanare le finanze del gruppo. A soffrirne, tra i vari brand, soprattutto Smemo 1979, madre del nostro mitico diario. Ma quali sono le origini di questo fallimento?

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Il colpo di grazia è arrivato col Covid, anche se pare che la situazione fosse già difficile da prima. Con la pandemia, il lavoro e lo studio da casa, le cose si sono messe male, tanto per la Smemo quanto per l'altro main brand del gruppo, Zelig. Del resto, per almeno due anni l'intrattenimento live è stato messo in pausa, e questo ha azzerato il fatturato. Nel 2020 i ricavi si sono dimezzati e le perdite pare non siano mai state sanate. Una crisi che però sembra avere radici più lontane, di almeno una decina di anni. Investimenti sbagliati, una quotazione in borsa di poco successo, licenziamenti a pioggia, l'ingresso di nuovi marchi hanno portato all'accumulo di numerosi debiti. Un minestrone di colpevoli al quale la pandemia ha semplicemente aggiunto un nuovo, definitivo ingrediente. La società Giochi Preziosi ha ottenuto la licenza del marchio Smemoranda fino al 31 dicembre 2023, permettendo così alle storiche agende di tornare sui banchi di scuola anche per l'anno scolastico 2023/2024.

Il fallimento di Smemoranda per la maggior parte di noi è un colpo al cuore, perché quel diario ha rappresentato molto, molto di più di un semplice contenitore di appunti e compiti. Il gruppo, nato a fine anni '70, si inventò un'agenda innovativa e rivoluzionaria che offriva agli studenti approfondimenti, citazioni, articoli, interviste, opinioni, quiz e tanto altro. Una sorta di giornale, di tabloid, in grado di farci sentire più adulti, e allo stesso tempo di raccogliere tutte le nostre sciocchezze, frivolezze, memorie. Le dediche dei best friends, le dichiarazioni mute alle nostre cotte, quelle che oggi chiamiamo crush. Disegni e disegnetti, cazzeggi, fantasie, adesivi, ritagli, tanto che alla fine la Smemo riusciva incredibilmente a pesare più dello zaino pieno di libri. Infiniti colori e copertine, infiniti temi, infiniti spazi per cominciare a raccontare e raccontarci, nascondendo e gridando al mondo - allo stesso tempo - le nostre passioni, paure, i nostri sogni e obiettivi. Da diario si trasformava in ventaglio gonfio di tutto tranne che di compiti. Per carità, c'erano anche quelli, ma di sicuro erano la parte meno importante. E meno interessante.

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La Smemo è e resterà un cult, tanto che persino Treccani gli ha dedicato una voce. "Agenda-libro pubblicata ogni anno dal 1978, ideata da Michele Mozzati e Gino Vignali (meglio conosciuti come Gino & Michele). Due versioni, l'agenda a 12 mesi (che io mi compro ancora oggi, per mantenere vivo lo spirito nostalgico) e quelle scolastiche, che di mesi ne contavano 16. L'Agenda, detta anche Smemo, pubblica tra le sue pagine articoli, canzoni, opinioni, vignette e poesie, spesso a sfondo comico-satirico, e annovera tra i suoi collaboratori nomi come quelli di F. Fellini, R. Benigni, L. Dalla e Jovanotti". Che roba, eh? 45 edizioni compresa quella attuale, che hanno accompagnato l'adolescenza dei Millennial di oggi. Quei quadretti, quella mela così iconica, prima ancora che un'altra mela, mezza masticata, lo diventasse di più. Un esercito di collaboratori e testimonial, tra comici, scrittori, cantanti e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. Una varietà di contributi, con attenzione a temi quali la lotta al bullismo, la protezione dell'ambiente, l'anti-razzismo.

Cosa resterà, adesso, della Smemoranda?

Il 10 gennaio l'azienda è stata messa all’asta a Milano, con base fissata a 3.950.433 euro. Ancora non è dato sapere chi acquisterà il gruppo, e cosa ne farà dei nostri diari, e dei nostri ricordi. Speriamo che questa fine sia solo un capitolo, uno dei tanti nella storia di Smemoranda. Una storia, ci auguriamo, infinita.

 

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