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Nella Lombardia del 2050 ci saranno 100mila abitanti in meno e un botto di over 85

Il Rapporto epidemiologico della Lombardia fa sapere che fra 25 anni ci ritroveremo con un sacco di over 85: dal 3,5% della popolazione (oggi) arriveranno all'8.

Fra circa 25 anni ci ritroveremo in un paese con un botto di Senior e pochissimi giovani. That’s it.

A dircelo è il Rapporto epidemiologico annuale Lombardia presentato nei giorni scorsi alle commissioni regionali Sanità e Sostenibilità sociale (e riportato da Repubblica), punto di partenza del Piano sociosanitario regionale fino al 2027 e delle Regole per la sanità del 2024 che Palazzo Lombardia ha appena approvato. Cosa ci racconta questo rapporto? Che il futuro non ci regalerà grandi gioie, e nemmeno molti neonati. Il calo della natalità continuerà ad invecchiare la popolazione, e in base alle stime sui dati Polis-Lombardia e Istat, ci ritroveremo una regione con 100mila abitanti in meno e un sacco di over 85: dal 3,5% della popolazione (oggi) arriveranno all’8. Bè, non molto tempo fa vi avevamo spiegato che Milano è una città di centenari: ce ne sono tantissimi, di cui l’86% sono donne.

La situazione, quindi, non andrà migliorando, anzi. L’età media salirà dai 45 ai 49 anni e caleranno le persone in età “attiva”, quindi quelli tra i 15 e i 64 anni: passeranno dal 63,7% al 55 nel 2050. Disagio, visto che aumenteranno i cosiddetti “non autonomi”, quindi bambini e anziani. Giusto per farvi capire: oggi il rapporto è di 57 “non autonomi” a fronte di 100 attivi, nel 2050 saranno 81. Questo comporterà anche un aumento delle malattie croniche e quindi delle spese sanitarie. Saremo più vecchi e più malati. Bello, no? Che sballo. Le persone con più di una patologia e un quadro clinico di media intensità passeranno da 940 mila a 1,2 milioni, quelle con un quadro clinico grave da 258 mila a 458 mila

Insomma, pare proprio che l’andazzo sia quello di non fare figli, e chissà perché. A gennaio 2023 l’Istati ci ha fatto sapere che la popolazione italiana è scesa sotto la soglia dei 59 milioni, una diminuzione di 179mila unità rispetto all’anno precedente (-0,3%). Non benissimo. Il calo “è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite“, ha scritto l’Istat. Oh, comunque prospettive rosee dai.

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