Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Lifestyle
intelligenza_artificiale

Raga, vi serve una nuova ansia o siete a posto? No perché volendo ne abbiamo una nuova di pacca, ancora da spacchettare: l'AI Anxiety. Uno sbatti di cui ha parlato il portale Scientific American, che si è focalizzando in particolare sull’universo lavorativo. A questo proposito, per argomentare, aggiungiamo anche un approfondimento elaborato da Business Insider, secondo cui un lavoratore su 3 (negli States, ma sappiamo che comunque il loro andazzo è indicativo anche per noi) al momento è tipo terrorizzato dall’idea che l’intelligenza artificiale diventi parte integrante della quotidianità lavorativa.

I motivi? Un botto: dalla paura che la tecnologia del momento possa sostituirli, al timore che i loro datori di lavoro ne sfruttino le potenzialità senza rispettare le normative vigenti, fino alla preoccupazione di non essere formati a sufficienza per poterla applicare day by day. Questo infatti è ciò che emerge da una serie di ricerche condotte da Espresso Communication per l’AI Week. Il trend - come dicevamo - non coinvolge solo gli Stati Uniti ma anche l’Europa. Come ci fa sapere il quotidiano inglese The Independent, solo nel Regno Unito l'AI Anxiety coinvolge il 32% dei worker. Mentre in Germania, stando a quanto riportato da Yahoo Finance, l’intelligenza artificiale è un incubo soprattutto per Gen Z. Cioè, quella che invece ti aspetteresti fosse più scialla, più preparata.

E l'Italia, in tutto questo? L’ultimo Osservatorio elaborato dal Politecnico di Milano non dipinge una situa tanto più rosea: il 77% dei lavoratori è seriamente in sbatti per la diffusione e l’applicazione della tecnologia del momento, quindi AI in primis. Ora, una domanda sorge spontanea: esistono delle soluzioni utili per farcela prendere bene? "Considerando la velocità con cui l’AI si sta diffondendo in tutto il mondo e in tutte le principali industrie operative, è assolutamente normale che ci sia della preoccupazione o addirittura dell’ansia tra i cittadini e i professionisti di tutto il mondo" hanno dichiarato Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, founder di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week".

"Non è normale, però, lasciare tutto così come stanno senza provare a cambiare le cose. In primis, è importante conoscere l’intelligenza artificiale, quindi promuovere delle sessioni di training o dei corsi di formazione in azienda per fare cultura risulta di assoluta rilevanza. Ma non solo, una delle figure lavorative più richieste nel corso dell’anno corrente sarà quella dell’AI Expert che consigliamo d’inserire all’interno di ogni workforce di valore e approccio futuristico. Il messaggio principale che dev’essere diffuso consiste nel fatto che la tecnologia non è e non sarà mai un sostituto dell’uomo in quanto tale, bensì un supporter capace di perfezionare e velocizzare l’operatività quotidiana". Guido Scorza, Garante della Privacy, spiega che però sono fondamentali i regolamenti e le normative vigenti, da rispettare a 360 gradi: "Dobbiamo governare l’AI, non vietarne l’uso, e, di conseguenza, non lasciarci governare dalla stessa artificial intelligence".

Voi come state messi, ve ne sbattete altamente o siete in preda all'AI Anxiety?

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito