Be italian. Nella visione di Dolce&Gabbana un mix esplosivo di nero, pizzi, perle, bustini, completi gessati, stampe animalier, quelle floreali, guepière e gioielli. Questi i simboli della donna Dolce&Gabbana. Italiana al 100% (o lo vorrebbe) sensuale e femminile.
Il 7 aprile a Palazzo Reale ha aperto la mostra Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana affaccio esclusivo, altrimenti non lo vogliamo, sulle idee e i processi creativi del brand metà milanese imbruttito e metà siculo verace che ha vissuto mille e una vita, tutte al massimo. E quale occasione migliore per un viaggio lungo il viale dei ricordi di questi ultimi 40 anni? Ma niente panico, sarà un bugiardino con dentro l’essenziale: tappe fondamentali e fatturato.
E dal momento che amiamo i numeri, partiamo con l’1,59 miliardi dell’ultimo bilancio (anno 2022) di cui 933 milioni realizzati dal canale retail (divisione moda, alta gioielleria, alta sartoria e alta orologeria) e circa 530 milioni da quello wholesale, cioè i prodotti di bellezza (profumi, trucco e parrucco). Qui però serve una precisazione. A novembre 2023 Alfonso Dolce, ceo della maison, ha parlato di un mercato beauty che ha raggiunto 1,2-1,3 miliardi di euro, mentre Gianluca Toniolo, ceo operativo Dolce&Gabbana beauty, si è spinto in previsioni di crescita fino a 4 miliardi nei prossimi 3-5 anni. Sti…lipstick liquidi.
Ma cosa ha portato a queste cifre? Una telefonata. Picture this. Milano, 1980. Un giovane Stefano Gabbana (con due “b”, cit.) parla al telefono con Domenico Dolce per la prima volta. Iniziano a lavorare insieme nello stesso studio e collaborano sulla linea Do.nna Do.nna di Dolce. Il primo tentativo è una sfilata tra panini ammuffiti del Burghy e manichini che indossano gli abiti perché non c’è il budget per le modelle. Non proprio il top. Do.nna Do.nna poi stonava come Meryl Streep in Florence e ringraziamo tutti che nel 1984 nasce il marchio Dolce&Gabbana. L’esordio a Milano Collezioni, sezione Nuovi Talenti è a ottobre 1985 e segna il vero inizio. Da lì un crescendo.
La campagna fotografica di Scianna, Madonna che indossa un loro corsetto a Cannes, la linea uomo nel 1990. Un effetto domino che porta a far conoscere il duo delle meraviglie a livello globale. Nasce poi la linea profumi nel 1992, quella casual D&G nel ’94 e l’anno successivo, quando tutti guardano al minimalismo di CK, arrivano loro in pompa magna con le stampe leopardate. Neanche tempo di accorgersene e nel 2005 il marchio compie 20 anni, la sua nuova casa diventa il Metropol e si decide il passo successivo. Cosa volere di più infatti? A parte David Gandy sulla barca mentre indossa il profumo Light Blue. (Questa è per buongustaie). Per Domenico Dolce e Stefano Gabbana semplicemente “the world is not enough”. Lanciano la linea beauty con una Scarlett Johansson in versione Marilyn e poi la perla che mi fa battere il cuore. Nel 2012 lo spettacolo della loro prima sfilata Alta Moda a Taormina, momento che più di altri lancia il guanto di sfida alle passerelle di Parigi ed è talmente eccezionale che la tentazione è ancora oggi di urlare "campioni del mondo" come Fabio Caressa nella finale dei mondiali del 2006. Si sa però che più si sale, più fa male la caduta.
L’intervista a Panorama nel 2015 e le opinioni sulla famiglia tradizionale e "i figli in provetta" scatenano un’ondata di polemiche, con i social che diventano il tramite del malcontento generale. Capo crociata è Elton John che dal suo profilo IG invita apertamente a boicottarli. Tutto sembra rientrare l’anno dopo con i tre giorni di festa a Napoli per i 30 anni della maison. Sfilate, eventi speciali e una Sophia Loren madrina dell’evento fanno tornare la magia. Ma quando gli ospiti se ne vanno e resta il conto da pagare ecco la catastrofe. Il nefasto 2018. Ancora prima della shitstorm di livelli epici della Cina, D&G si mettono contro parecchia gente con alcune dichiarazioni su Selena Gomez definita "brutta" (ma come si fa??) e il non voler "uno stilista giapponese" a disegnare i loro capi una volta che loro non ci saranno più (why not?). In vista della sfilata a Shanghai che li avrebbe lanciati sul mercato cinese, fanno uscire una serie di spot in cui una modella usa delle bacchette per mangiare spaghetti e cannoli. Cliché e banalità a parte, le campagne risultano molto offensive per il paese interessato che si rivolta in massa. A peggiorare le cose, il sito di Diet Prada che riporta alcune conversazioni "private" con Stefano che insulta e inveisce ulteriormente verso gli asiatici. Non proprio il massimo dello stile. Il video di scuse è d’obbligo e vede seduti uno accanto all’altro D&G che alternano lacrime e rammarico per le scelte fatte. Poi il silenzio.
Ma la moda, si sa, anche se non dimentica, crede nelle seconde opportunità. Passa qualche tempo e la Kim (Kardashian, specifico se qualche alieno stesse leggendo) posta una foto sui social taggandoli, Katy Perry indossa un abito Dolce&Gabbana per una puntata di American Idol e Olivia – The Crown - Coleman viene fotografata sulla copertina di Vogue America con una cappa nera ricamata d’oro e interno leopardato. Di chi sarà mai? E se Anna Wintour e dopo di lei J.Lo sembrano averli perdonati, che fa il resto del mondo?
Ovviamente segue. Lucio Di Rosa (fenomeno indiscusso per quanto riguarda moda e celeb) è poi il tassello finale per la rinascita. Nei tre anni successivi Lucio è l’Head of Worldwide Celebrities & VIPs relations di Dolce&Gabbana e fa talmente bene il suo lavoro che il brand diventa il pomo della discordia in casa Kardashian dopo il matrimonio di Courtney (total D&G) e la successiva collaborazione con Kim. Drammi e abiti rendono iconica la sfilata primavera estate 2023 che è da standing ovation. Ultimo colpo da maestri la pantera delle passerelle, Naomi, che rende la collezione presentata questo febbraio un capolavoro sfilando in reggicalze, pizzi e trasparenze. Lo stesso look che ormai sta portando avanti fieramente la nostra Annalisa (l'outif sexissimo di Sanremo? Ovviamente Dolce&Gabbana).
Non fatto per i timidi e i deboli di autostima, quindi noi imbruttiti siamo sereni. Ora che sapete tutto, lo farete anche voi un salto a Palazzo Reale lo farete?
Autrice: Giulia Cannarella
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