Domanda: secondo voi dove vivono i lavoratori più soddisfatti e appagati? Naaa, in Italia no ovviamente, manco a dirlo dai. Vi lasciamo macerare nell'hype, intanto andiamo con il prologo. Hays Italia ha condotto un'analisi su 36mila professionisti (soprattutto middle e top management) di 12 Paesi. Per l’Italia ne sono stati intervistati 2.200, ed è venuto fuori che "nel nostro Paese la soddisfazione dei lavoratori cresce ma siamo ancora lontani dai livelli ottimali", come commentato da Carlos Soave, managing director di Hays Italia.
Dall'Italia abbiamo una notizia buona e una cattiva. Cominciamo con la prima: nel 2023 la percentuale degli italiani soddisfatti del proprio lavoro è aumentata. Una percentuale non trascurabile se consideriamo che nel 2022 era del 47%. La bad news però è che, tra le nazioni prese in considerazione, ci collochiamo al penultimo posto (61%), seguiti solo dal Portogallo (49%).
Come cambia la situa se ci focalizziamo sulla soddisfazione relativa al proprio stipendio? L'Italia qui meglio ma comunque non benissimo: nono posto con il 57% degli appagati, seguita da Spagna, Polonia e Portogallo. Al primo posto c’è ancora la Repubblica Ceca con il 77% di soddisfatti tra middle e top manager, seguita da Belgio e Romania (69%), Paesi Bassi (66%), Regno Unito (62%), Francia e Ungheria (60%) e Irlanda.
Vabbè, e quindi come la miglioriamo 'sta situazione? Secondo Soave "bisogna puntare sui bisogni intangibili dei dipendenti e non solo sullo stipendio. I benefit, il work life balance, l’ambiente di lavoro stimolante e le opportunità di crescita oggi sono aspetti essenziali per i lavoratori, e sempre più ne influenzano le scelte di carriera. Le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, devono pertanto avviare un radicale cambio culturale se vogliono migliorare la propria reputazione ed essere più attrattive sul mercato". Eh, sarebbe anche ora.
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