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Editorial
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Che figata quando sei talmente scimmiato di una roba che - senza manco studiare troppo - riesci a diventare un king o una queen del tema. Cioè, che ne so, ti piace la chitarra? Strimpelli un po', ti guardi i video di gente che suona, e piano piano, solo smanettando, diventi un mago dello strumento. Ecco, stessa situazione, ma al posto della chitarra immaginatevi un drone. Gabriele Ascenti, 45 anni, da bambino era appassionato di modellismo, poi da ragazzo ha cominciato ad andare in fissa con le robe radiocomandate e, alla fine, quando hanno cominciato a diventare di moda i droni, si è messo lì a smontarli e rimontarli solo per puro piacere, senza prendere lezioni, attestati o chissà che.

Ok, magari sbirciando giusto qualche tutorial. Ma è stata più che altro la passione a trasformarlo in un punto di riferimento per tutti i possessori di droni, che - quando hanno bisogno di aggiustarli o perfezionarli - fanno una call a Gabriele. Anzi, pardòn, al Dottor Drone. Colui che - letteralmente - rimette in sesto apparecchi di ultima generazione e, su richiesta, li costruisce anche ex novo con accessori super sofisticati. Tempo di realizzazione: max due giorni.

Il Doc Drone vive a Milano 3, nel ridente comune di Basiglio (il terzo comune più ricco d'Italia) e insieme alla sorella Alice (che si occupa di tutta la parte amministrativa e organizzativa) ha fondato Officina Multirotori, un laboratorio per assistenza e riparazione di droni multirotori. Una storia super interessante questa, perché nonostante i droni oggi - nel 2024 - siano ormai parte integrante del necessaire tech, sono in pochi quelli che sanno davvero metterci mano. Non per niente al Dottor Drone arrivano richieste da ogni parte d'Italia. La maggior parte delle volte lo contattano privati, gente che si è presa il drone e - magari facendo un po' la sborona - l'ha spedito dove non avrebbe dovuto, e adesso se lo ritrova mezzo acciaccato, con eliche o bracci o videocamere andate.

Ma oh, lo contattano anche i professionisti nuclei speciali di Protezione Civile o della Polizia Locale, tipo quella di Milano che ha chiamato il Dottor Drone dopo aver istituito una squadra speciale di piloti di droni per indagini dall’alto. 

Gabriele, com'è nata questa passione per i droni?

Da bambino ero appassionato di modellismo. Poi, quando i droni hanno cominciato a "spaccare", sono rimasto totalmente affascinato dai primi prototipi. Ho deciso di provare a costruirne uno anch'io e - incredibile - volava! Ne sono seguiti molti altri, sempre più complessi, ma la vera passione è nata dal fatto di doverli assemblare da zero.

Ma tu sei autodidatta... giusto? Che studi hai fatto?

Sì ho imparato in autonomia acquistando i primi componenti, anche con l'aiuto di qualche tutorial. Fin da ragazzo sono sempre stato appassionato di tutto ciò che è radiocomandato, quindi non ho avuto grosse difficoltà.

Quando hai capito che questa passione poteva diventare un lavoro?

Con l’uscita dei primi modelli, i videomaker con drone si sono moltiplicati rapidamente. Inizialmente anche io avevo intenzione di fare riprese aeree ma, poco dopo, attirato più dall'aspetto tecnico, ho deciso di focalizzare le mie capacità sulla costruzione e l’assistenza dove l'offerta era praticamente inesistente.

Come si spiega questo successo, che ti è valso anche il soprannome di "Dottor Drone"?

Si spiega perché in Italia non siamo in molti ad occuparci di questo settore e a Milano sono praticamente l'unico. Inoltre, non essendoci corsi di formazione specifici, esistono poche figure professionali come la mia. Insomma, mi sono inventato un business da zero.

I vostri clienti da dove provengono? E cosa vi chiedono principalmente?

I clienti spediscono da tutta Italia ma spesso arrivano di persona dalle regioni vicine. C’è chi ha bisogno di assistenza, chi di riparare un drone incidentato o semplicemente chiarire i propri dubbi. Non sono rari i turisti stranieri provenienti da tutto il mondo che hanno bisogno di riparazioni immediate.

Il lavoro è sempre cresciuto, anche in pandemia?

Soprattutto durante la pandemia! Nelle uniche due settimane di stop dell’attività mi sono riorganizzato online e in laboratorio e questo mi ha consentito di crescere ulteriormente anche in seguito. Durante la pendemia la gente aveva molto tempo libero a disposizione e poca vita sociale, quindi in tanti hanno deciso di comprarsi un drone per divertirsi sul balcone o in giardino, e puntualmente, lo facevano schiantare a terra o contro un albero. A quel punto, chiamavano me.

Come si svolge concretamente il lavoro?

Il cliente porta o spedisce il proprio drone rotto in laboratorio. Un'occhiata veloce per capire il tipo di danno e via con la riparazione! In qualche giorno è pronto ma altre volte il drone è proprio da buttare e capita che lo ritiriamo per le parti di ricambio. Alcuni casi: collisione con piccione, drone impallinato dal vicino, schianto contro campanile e caduta in mare.

Come vedete il futuro del "drone" per il consumo del grande pubblico?

Negli ultimi due anni le vendite si sono un po’ assestate, un po’ per l’uscita continua di nuovi modelli, un po’ perché il drone non è più una novità tecnologica. Restano comunque dispositivi ampiamente diffusi in diversi settori: cinema, agricoltura, rilievi, architettura, ricerca e soccorso e a breve anche nelle spedizioni. La prossima svolta potrebbe essere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per rendere i droni autonomi, chissà!

Amazon ha già cominciato a consegnare con i droni, e pare che questo succederà anche in Italia. Che ne pensate?

Il settore dei trasporti e delle consegne verrà sicuramente influenzato dall’utilizzo dei droni ma servirà ancora qualche anno per effettuare tutte le sperimentazioni adeguate e avere una normativa sicura per il sorvolo dei centri urbani con droni di peso non indifferente. Pensa a un drone da 30 kg che precipita in piazza del Duomo, un po’ rischioso, no?

Sì, non benissimo in effetti. Ascolta, ma si fattura bene con i droni? Possiamo farvi un po' i conti in tasca?

Nel 2023 sono stati riparati quasi 700 droni! Il lavoro non manca mai e siamo alla ricerca di una nuova sede e nuovo personale per l’ampliamento dell’attività, oltre all’offerta di nuovi servizi.

Secondo voi servirebbe un patentino per usare un drone anche al ragazzetto che se lo fa regalare al compleanno?

Dai 16 anni in su si dovrebbe avere un attestato ma con quelli più leggeri al momento non è richiesto. Noi suggeriamo sempre la supervisione di un adulto in quanto spesso vengono erroneamente scambiati per giocattoli. Un classico esempio è il ragazzino che lo compra, lo fa volare in casa e lo spara contro il soffitto: crash assicurato.

 

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