Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Editorial
cdljsogumaahkx4

È dal 30 dicembre 1774 - quando è stata messa sulla guglia maggiore del Duomo - che la Madonnina indossa sempre lo stesso abito. E sapete perché è ancora perfetto? È un Armani. Ok, magari non proprio. Ma sono certa che, se avesse potuto, si sarebbe affidata alla classe di Giorgio Armani per essere al top mentre domina Milano. Re Giorgio ha però recuperato negli ultimi 50 anni (49 se vogliamo fare i precisi) vestendo ogni signora e signore della City. E non si è limitato a creare uno stile riconoscibile in tutto il mondo, ma ha dato vita a quell’eleganza di successo diventata il marchio di fabbrica dei milanesi. Un perfect match che negli anni si è esteso anche alla città. Il legame tra Milano e Re Giorgio ha radici profonde: da quando, a fine anni Cinquanta, si trasferisce con la famiglia in una casa di ringhiera nella zona Ticinese. Una Milano che deve ancora diventare la metropoli di oggi, ma quegli occhi azzurri la vedono prima del tempo. Too much melassa? Eh, lo sappiamo, ma ha iniziato lui. In un'intervista, infatti, Armani ha dichiarato: "Milano è il centro del mio mondo, mi ispira da sempre". Insomma, tanta roba. Come tanti i luoghi griffati Armani che sono un punto di riferimento.

La storica boutique Giorgio Armani in via Sant’Andrea è rimasta la quintessenza del glamour anche quando gli altri brand erano impegnati nel gioco della sedia negli spazi del quadrilatero. Per non parlare del cartellone in via Broletto, proprio all’ingresso di Brera, presenza fissa dal 1984. Chiedete a qualsiasi persona nata prima del 2000, quello era il luogo di ritrovo quando facevi un giro in centro. Dal 1996 anche Linate subisce il fascino dello stilista con scritta Emporio Armani e immancabile aquila che svettano nello scalo milanese. Re Giorgio fa poi sfilare proprio nell’hangar dell’aeroporto la collezione Emporio Armani P/E 2019. Altro luogo iconico lo store in via Manzoni su tre piani che si amplia poi con l’Armani caffè, il ristornate Nobu e l’Armani Hotel. Potremmo ribattezzarla via Armani, a questo punto.

Dopo anni la sede della società da via Borgonuovo si sposta in via Bergognone, zona Mudec per intenderci. Oltre agli uffici dalla collaborazione con l’archistar Tadao Andō nasce l’Armani/Teatro che ospita sfilate ed eventi. Il mio vero coup de coeur è però l’Armani/Silos (sempre di Ando) inaugurato nel 2015. Un’oasi di granitica calma greige nel caos cittadino dedicato ad arte e bellezza e che darebbe serenità anche al più imbruttito tra di noi.

Nel 2004 raccoglie l’appello per salvare l'Olimpia Milano, la squadra di basket della città. Una scelta di cuore che lo porta prima ad essere sponsor e poi patron nel 2008. E se qualcuno pensa che Armani si limiti a vestire la squadra, think again. La sua presenza in prima fila è un punto fisso delle gare casalinghe delle scarpette rosse che quest’anno festeggiano il terzo scudetto consecutivo. Nel 2020 Emporio Armani lancia l’Emporio Armani Green Project, piano dedicato all’ampliamento del verde in diverse parti del mondo. Occhio di riguardo per la nostra city con il sostegno al progetto ForestaMI per valorizzare e ingrandire le aree verdi. Goal? La piantumazione di tre milioni di alberi entro il 2030. Mica male.

Tutta la sua classe Armani la mostra anche nel periodo del Covid. A febbraio 2020 durante la Milano Fashion Week decide per una sfilata a porte chiuse trasmessa in streaming per tutelare la salute degli ospiti. È poi tra i primi a convertire le sue fabbriche per produrre camici da donare agli operatori sanitari, oltre a dare più di 2 milioni di euro a favore di ospedali e Protezione Civile. Il billboard in via Broletto diventa un messaggio di ringraziamento per chi ha lottato durante la pandemia e a fine novembre 2020 la città viene riempita da cartelloni ispirazionali con la scritta "Io ci sono per Milano, con i milanesi, con sentimento". Firmato Armani. Se vi servono dei fazzoletti, prego.

Re Giorgio è inoltre un amico (riconosciuto così sul sito) dell'Opera San Francesco per i Poveri, realtà meneghina che da più di 70 anni offre pasti gratuiti e molti servizi a bisognosi. Ultimo dono di Armani alla città è dello scorso 22 giugno in occasione dei 10 anni di attività di Wall of Dolls, il più grande manifesto permanente al mondo contro la violenza di genere, situato in via De Amicis 2. Re Giorgio ha dato una sua opera dal titolo "Non Sei Sola" alla Onlus, come sua testimonianza contro la violenza sulle donne.

I riconoscimenti milanesi non sono di certo mancati: Ambrogino d'oro nel 1982 per Giorgio Armani e poi nel 2023 per l'Olimpia; Accademico onorario dall'Accademia di belle arti di Brera nel 1993 e Laurea honoris causa in Disegno industriale dal Politecnico di Milano nel 2007.

Che aggiungere? Se Milan l’è un gran Milan lo dobbiamo - in parte - anche a Giorgio Armani.

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito