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Editorial
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Il tiro con l'arco non è uno sport blasonato e seguito come il calcio o il tennis, ed è un peccato perché regala davvero grandi soddisfazioni. E poi è tutta una questione di testa, di concentrazione, di millimetri, di sudore, di lotta contro lo stress, di solitudine e di zero distrazioni. Uno sport pennellato per gli imbruttiti, insomma. Non per niente è anche uno sport olimpico, dove noi italiani - quando vogliamo - spacchiamo di brutto. Il king del tiro con l'arco azzurro è Mauro Nespoli from Voghera, classe '87, atleta dell'Aeronautica, quattro olimpiadi alle spalle e un oro a squadre vinto a Londra 2012. Chapeau. Ma nella bacheca di Nespoli c'è spazio anche per altre due medaglie a cinque cerchi, l'argento di Tokyo 2020 nella prova individuale e l'argento a squadre a Pechino 2008.

Allora Mauro, ci siamo quasi: ansia pre-Parigi ne abbiamo?

Ansia pre-Parigi? Se svegliarsi nel cuore della notte pensando a come migliorare ancora non è un sintomo dell’ansia, allora sono estremamente tranquillo e rilassato! Grazie. La verità è che tengo molto a questa manifestazione, il giorno dopo la medaglia a Tokyo ho iniziato a prepararla e immaginarla. Mi sarei aspettato un percorso meno in salita ma così è lo sport e non intendo lasciare nulla al caso.

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Europei di Essen 2024, qualificazione olimpica. Con Nespoli anche Alessandro Paoli e Federico Musolesi

Per te si tratterà della quinta avventura olimpica, qual è il tuo obiettivo questa volta?

L’obiettivo è sempre il solito… non svenire davanti alle telecamere! La pressione mediatica ai Giochi è molto alta e non ci si abitua mai.. O almeno io non l’ho fatto! Già che ci siamo, però, portare a casa un paio di medaglie renderebbe tutto ancora più godurioso. Il potenziale per farlo c’è, devo solo crederci più degli avversari.

Gareggerete in tre competizioni, giusto? Individuale, mix team e a squadre. Ci spieghi brevemente come funzionano, giusto per farlo capire anche ai meno esperti di questo sport?

Partiamo dalle informazioni base. Il bersaglio, posto a 70 metri di distanza, è composto da dieci zone di punteggio, da 1 a 10. Il centro misura 12 centimetri di diametro. Il 25 luglio ci sarà il torneo di qualificazione, 72 frecce, che serviranno a generare la griglia degli scontri a eliminazione diretta (primo vs ultimo, secondo vs penultimo ecc.)  per i 3 tabelloni individuale, a squadre e a squadre miste. Per gli scontri si usa la formula Set Sistem, come nel tennis. Se vinci il set ottieni 2 punti, se pareggi con l’avversario 1. Nell’individuale parliamo di 5 set da 3 frecce l’uno e vince chi prima arriva a 6 punti set; nelle squadre (maschile o mista) i set sono 4, ogni arciere tira 2 frecce per set e la vittoria è assegnata a 5 punti set. In caso di parità al termine dei set, si esegue ancora un tiro di spareggio e chi si avvicina di più al centro del bersaglio ottiene la vittoria. Per le squadre la formula è simile; ogni arciere scocca la sua freccia e la più vicina al centro assegna la vittoria qualora il set sia ancora in parità. 
É più facile capirlo vedendolo piuttosto che leggendolo!

Domanda da profani: vincere una medaglia significa anche portarsi a casa un bel po' di cash?

Niente cash, solo bonifici! Non sfugge un centesimo! La motivazione che ti spinge ad allenarti ogni giorno per preparare un’olimpiade non è il denaro ma non fingo di essere un santo. Il premio olimpico messo in palio dal CONI e dagli sponsor tecnici rende sicuramente mooooolto succulenta la competizione, soprattutto in uno sport come quello che pratico io. 

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Mentalmente come ci si prepara alla pressione di un'Olimpiade? Cioè, fai meditazione, cose così...?

Un’Olimpiade non si riesce veramente a preparare mentalmente. Si può allenare la mente a mantenere il focus attraverso tecniche di visualizzazione del gesto corretto da eseguire, attraverso la respirazione, richiamando i movimenti provati più e più volte in allenamento e in gara. L’impianto metodologico che governa le mie sessioni di allenamento si basa sull’esecuzione di azioni più complicate rispetto a quelle che dovrò affrontare in gara così da "semplificare" il compito sotto stress, ma non si può codificare l’imprevisto né imbrigliare le emozioni.

Senti ma... quando si partecipa ad un'Olimpiade, ci si riesce a divertire un po'? Hai qualche aneddoto da raccontarci in tal senso? 

Nelle precedenti edizioni non ho lasciato molto spazio al divertimento. Sono rimasto piuttosto isolato nella mia bolla per paura di compromettere la gara. Parlando a cuore aperto, tornassi indietro cambierei proprio questo aspetto. La prenderei con maggior leggerezza, si fattura di più quando ti diverti!

Dalla tua bio leggo che hai scoperto il tiro con l'arco per la prima volta nel luglio del 1997, mentre ti trovavi con la famiglia in vacanza ad Aprica. Ci racconti come è andata? Cosa hai provato?

Che posso dire se non che sia stato amore a prima vista? Dietro l’albergo in cui alloggiavamo, arrampicato sulla montagna, era stato allestito un campo di tiro con l'arco. Vedevo questi ragazzi e ragazze colpire il loro bersaglio e mi ha colpito quando fosse oggettiva questa disciplina: se riesci a centrare il 10 punti sei stato bravo, se non ci riesci NO… non dipendi da nessun altro che non sia te stesso, hai letteralmente in mano il tuo destino. Magari detto così può sembrare esagerato ma vi assicuro che ti dà un senso di controllo e potenza assurdo. Beh, ho dovuto letteralmente prendere per sfinimento i miei genitori, mia madre soprattutto, per poter provare e alla fine ha prevalso la mia testa dura.

Ho letto da qualche parte che ad avvicinarti al tiro con l'arco è stato anche Robin Hood... in che senso?

Robin Hood c'entra sempre.. Andiamo… Come può un bambino non rimanere incantato da questo personaggio che ruba ai ricchi per aiutare la povera gente… e così facendo conquista pure la principessa.

Un bomberone, insomma. Senti ma, onestamente: al di là della passione, si fattura bene col tiro con l'arco?

Con il tiro con l’arco non si fattura niente, o quasi, purtroppo. Riesce ad essere il mio unico lavoro grazie al supporto del gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare. Hanno creduto in me dal 2008, ancora prima che venisse ufficializzata la squadra che avrebbe preso parte ai Giochi di Pechino. Senza di loro oggi, quasi sicuramente, farei tutt’altro per vivere.

Tu vivi a Voghera? Che rapporto hai con Milano, se ce l'hai...?

Vivo a Voghera da quando sono nato, diciamo che amo la tranquillità della città di provincia. A Milano vengo purtroppo raramente e ogni volta rimango affascinato da quanto sia proiettata nel futuro, sempre pronta ad alzare l’asticella delle aspettative. Ai miei occhi però è troppo caotica e frenetica per pensare di viverla quotidianamente senza acquisire le giuste skills

A noi, onestamente il tiro con l'arco sembra uno sport molto imbruttito: solitario, di concentrazione, che punta dritto alla meta. Tu quanto ti senti imbruttito e perché? 

É uno sport decisamente imbruttito e mi ci trovo perfettamente a mio agio. Passi ore ad allenarti da solo, cercando il modo di raggiungere il tuo obiettivo. É uno sport senza alibi, ogni arciere fa la propria gara e solo se sei stato il migliore vinci. É stressante certamente ma a me piace così!. Ah, e poi non dimentichiamo che anche nel tiro con l’arco abbiamo i nostri giargiana!

 

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