
Da fuori, il single moderno abitante della City sembra vivere il sogno: nessuno che ti ruba il telecomando, cene a base di schifezze surgelate a qualsiasi ora, niente impegni e tanta, tantissima libertà. Poi a Milano, lo sapete, ci sono più single che parcheggi, quindi ci si diverte parecchio. Nella realtà, però, la singletudine non è che regali tutte 'ste gioie, almeno... non al portafogli. Mentre le famiglie si godono sconti e offerte formato maxi, il single si ritrova a spendere un botto per pacchetti piccolissimi che, spoiler, invece che pagarli di meno costano pure di più. E quando non ci sono? Si butta via metà della confezione perché andata a male o scaduta, ergo si spreca e si sperpera soldi e cibo.
Partiamo dai numeri dell'analisi Coldiretti (basata sui dati Istat): 337 euro al mese per la spesa di un single contro i 220 a testa di una famiglia media. "Eh, ma mangia meno!", dirà qualcuno. Peccato che le confezioni monoporzione siano praticamente mitologiche. Del resto, prendi l’insalata. Una confezione da 250 grammi da solo ne consumi metà, il destino della restante metà è scritto: il bidone. Poi ammettiamolo: cucinare per uno è una fatica mentale, prima che fisica. Così il single, stanco dopo una giornata di lavoro, punta ai piatti pronti. Comodi, certo, ma costano quanto una cena stellata. Senza contare la lista degli ingredienti: se capisci cosa sono tutti gli additivi, hai un futuro come chimico.
Passiamo alla casa e anche qui le note sono dolenti. Che dire del monolocale da single? Un concentrato di ingiustizia immobiliare: 40 metri quadri al prezzo di un trilocale. E pensi: "Almeno risparmio sul riscaldamento". Col caz*o! Scaldare un buco costa quasi quanto riscaldare una reggia, con la differenza che la tua finestra dà sulla tangenziale trafficata e non sul Lago di Como. Aggiungiamo il fatto che luce e acqua te le paghi da solo (o da sola, ça va sans dire): ed ecco il 156% in più rispetto alla spesa pro capite di una famiglia di tre persone.
E poi ci sono i trasporti: vuoi andare in ufficio? Niente car sharing, niente "dividiamo l’Uber": tutto sulle tue spalle, assicurazione compresa che resta un salasso. Gli abbonamenti ai mezzi pubblici? Comodi solo se hai la pazienza di aspettare l’ennesimo tram in ritardo (a patto che passi). Il risultato è presto detto: +16% di cash sborsato rispetto alle famiglie.
Di single, per volontà o per caso, in Italia ce ne sono 8.8 milioni. Parliamo di manager della sopravvivenza, di equilibristi dei costi, di creativi della solitudine, ma soprattutto di poveretti (nel vero senso della parola) che spendono l’80% in più di ciascun membro di una famiglia composta da 3 persone. L'unico consiglio che gli possiamo dare? Se proprio non vuoi un coinquilino, almeno trovati un amico che divida gli abbonamenti a Prime e Netflix. Ah, e mai, mai, entrare al supermercato affamato. Altrimenti la tua vita da single costerà ancora di più.
Fi*a, le basi.
Autrice: Rebecca Manzi
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