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Dici Milano, dici Sant'Ambrogio, dici Ambrogino d'oro. Quest'anno sono 223 i candidati alla massima onorificenza del Comune, assegnata il 7 dicembre per la festa del santo patrono. A festeggiare, però saranno al massimo in 35 - le persone o i piccoli gruppi che lo riceveranno - mentre qualcun altro si accontenterà delle 15 medaglie d'oro e dei 20 attestati di benemerenza civica. Ci sono anche gli omaggi alla memoria, con l'inserimento nel Famedio al Cimitero monumentale, ma per loro festeggiano i parenti.

Ambitissimo, l'Ambrogino è un riconoscimento che celebra di solito persone che, in settori anche diversi, si sono distinte per i risultati ottenuti. Se di fronte ai risultati si dovrebbe essere tutti d'accordo, l'Ambrogino dovrebbe raccogliere solo consensi e invece è diventato talvolta un pomo della discordia, che ha generato fiumi di polemiche e di inchiostro per spiegare le ragioni di sostenitori e detrattori delle decisioni del consiglio comunale. E noi che nelle polemiche sguazziamo come le cotolette nel burro vediamo volentieri quali sono stati gli ambrogini più contestati della storia.

Diciamo subito che l'Ambrogino d'oro non ha fortuna coi giornalisti. Cominciò a metà degli Anni Settanta la cronista dell'Unità Renata Bottarelli, che disse chiaro e tondo: "Questo riconoscimento non lo voglio: è frutto della lottizzazione". Storia postuma e senza diritto di replica per il mitico Enzo Biagi, candidato poco dopo la sua scomparsa - nel 2007 - per la grande medaglia alla memoria. Fin troppo solerte e ligio al dovere, chi ricevette la proposta disse che erano scaduti i tempi per la presentazione delle domande (Biagi avrebbe dovuto morire un po' prima?!) ma dal Comune promisero che ci sarebbe stato l'anno dopo. E invece niente: il 7 dicembre 2008 Biagi non fu nell'elenco dei premiati e su questo scivolone si innestò il rifiuto di Elio e le storie tese, che proprio in polemica con Palazzo Marino fecero sapere che l'Ambrogino d'oro non lo volevano: "Siamo in disaccordo con la vostra decisione di non assegnare l’Ambrogino d’Oro a Enzo Biagi", scrissero sottolineando anche la mancata assegnazione della cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. Il gruppo di Cara Ti Amo e cento altri successi avrebbe poi accettato l’assegnazione dell’Ambrogino nel 2018, durante il primo mandato di Giuseppe Sala. 

Un altro giornalista, Giampaolo Pansa, decise di tirarsi indietro dalla possibilità di ricevere l’Ambrogino, mentre fu funestato dalle polemiche quello assegnato a Oriana Fallaci nel 2005, quando i consiglieri d’opposizione del centrosinistra abbandonarono l’aula per protesta dopo una riunione durata fino all'alba. Il 7 dicembre la celebre cronista non andò a ritirare il premio per motivi di salute; per lei parlò un messaggio: "Le polemiche per il premio non meritano importanza e sono espressione di neo-maccartismo". Polemiche fallaci, potremmo dire.

Nel 2009 la famiglia della giornalista Camilla Cederna non volle ritirare l’Ambrogino d’oro alla memoria. Probabilmente la decisione fu motivata da anni di trattamenti poco gentili riservati loro dal Comune dopo la strage di Piazza Fontana, per gli articoli e il libro scritti sul commissario Calabresi e l'anarchico Pinelli. 

Un altro Ambrogino chicchieratissimo è stato quello rifiutato da Dario Fo nel 1997, in piena polemica con l’amministrazione comunale dell’epoca, guidata da Gabriele Albertini. Un gesto che il grande Maestro spiegò con amarezza: "Mentre mi arrivavano auguri da tutto il mondo per il Nobel (vinto nello stesso anno, ndr), le autorità cittadine di Milano mi aggredivano e insultavano". Peraltro, la stessa assegnazione non era andata propriamente liscia, quindi inutile far finta niente.

Nel 2004 (c'era di nuovo Albertini come sindaco) all'Ambrogino disse no Robert De Niro, che spiegò di non voler "offendere la comunità italoamericana” in una fase delicata della campagna elettorale per le presidenziali USA, ma qualcuno pensò c'entrasse la polemica sulla sua acquisizione della cittadinanza italiana.

Fra le varie polemiche, c'è stata infine quella di Dolce&Gabbana, che restituirono il premio ricevuto nel 2009. Motivo? Una velenosa considerazione (teoricamente a microfoni spenti) dell'assessore al Commercio, Franco D’Alfonso, sull’opportunità di concedere spazi "a personaggi condannati per fatti odiosi come l’evasione". La Cassazione avrebbe poi assolto ma il dado era già stato tratto via Twitter: "Lo renderemo come da loro richiesta".

Ad oggi c'è da chiedersi che fine farà l'Ambrogino d'oro condiviso da Chiara Ferragni e Fedez: rientrerà anche questo nell'accordo di separazione?

 

Autrice: Daniela Faggion

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