Avete presente il Cafè Flore dei surrealisti della Ville Lumière, oppure il Cabaret Voltaire, ritrovo deidadaisti a Zurigo? Place to be che rimarranno nella storia e nella memoria per sempre. Ecco, LeTrottoir è abbastanza paragonabile a questi templi della cultura, non sarà famoso in tutto il mondo, ma diciamo che la sua carriera l’ha fatta. Situato nella City, piazzato dal 1992 vicino alla Darsena, in Piazza XXIV Maggio, alla fine è stato costretto a chiudere.
"E così il 30 gennaio 2025 Le Trottoir chiuderà per sempre i suoi cancelli. Milano se ne frega". Ma andiamo a vedere com’è andata la storia. Le Trottoir è stato letteralmente sfrattato dopo la sconfitta subita in un bando svoltosi ad agosto 2023, indotto da Palazzo Marino per la gestione degli spazi. E chi se lo è aggiudicato? L'Osteria dei Binari, trattoria milanese della società Taboga Sas, che dopo aver vinto il bando, ha deciso di aprire un’altra osteria al posto del Le Trottoir.
Le Trottoir comunque era davvero una fucina di idee. Seconda casa dello scrittore e giornalista Andrea Pinketts, geniale autore di romanzi noir scomparso qualche anno fa, trampolino di lancio di alcuni cantanti come The Kolors e Malika Ayane, che pensate, faceva la cameriera proprio qua.
Poi ci sono stati Philippe Daverio, intellettuale e storico dell’arte, la nascita del Festival Internazionale del Cortometraggio, chiamato proprio "LeTrottoir in corto", le "lezioni di indisciplina", oltre a concerti ogni sera, mostre e lezioni di arte. Insomma, non era certo un bar qualunque, ma piuttosto un laboratorio strafigo e uno degli ultimi baluardi della cultura milanese. Spiace.
I gestori hanno tentano di richiedere il rinnovo della concessione, ma con zero risultati, e quindi non gli tocca che fare un passo indietro e prepararsi agli addii. "Vogliamo un funerale gioioso", si esprime la titolare, Michelle Vasseur, che affranta ha concluso così con l’ultimo commiato "Le luci stanno per spegnersi. Prima però di dirci addio e dirvi grazie, nello stile vivo, vulcanico, gioioso de Le Trottoir, ci sarà una tre giorni no stop di musica, performance, film, talk di tutte le persone che si sono avvicendate e hanno trovato rifugio, ascolto, ispirazione nel cafè, come ai tempi delle avanguardie nelle quali idee, amori, incontri e complicità nascevano davanti a un bicchiere di assenzio, a un tè o davanti a una pinta di birra".
E così appuntamento dal 24 al 26 gennaio con "Lumières éteintes: luci spente". Ora la domanda è: si riparte da capo cercando una nuova sede oppure tanti saluti e baci? La risposta è arrivata dalla titolare "Se apriremo da un’altra parte? No, preferisco chiudere definitivamente. Perché è una delusione troppo grande: si sta rubando l’identità di una città a favore del franchising, l’identità di Milano è polverizzata. E in ogni caso il Comune non ci ha proposto nessun’altra sede, eppure ne hanno mille". Chiudiamo citando Andrea G. Pinketts: "In questo circo buio persino le luci de Le Trottoir sembrano fuochi fatui".
E figa se aveva ragione.
Autrice: Martina Gallazzi
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