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Due stipendi e zero figli: sempre più coppie felicemente “dink”

Il fatto che crescere figli costi una fucilata non aiuta.

Partiamo subito con il botto e facciamo due conti: per crescere un figlio fino ai 18 anni tocca spendere tipo 175mila euro (fonte Federconsumatori). Ripetiamo: centosettantacinquemila. Ecco perché sempre più coppie scelgono la filosofia DINK, che sta per Double Income No Kids, ovvero doppio stipendio e zero nani.

La scelta non è solo economica, sia chiaro. Questi pionieri del childfree lifestyle ci tengono alla loro carriera, ai viaggi da sogno, alle cene al ristorante e alla pace mentale di non dover passare i weekend tra pannolini e compiti delle elementari. Del resto, che c’è di male?

Tirare su un figlio in Italia oggi è una sfida da titani. Perché, spoiler: non basta fare un figlio, devi anche mantenerlo. E, diciamolo, i bonus bebè sono carini ma non ti mandano alle Maldive. Con 175 K potete comprarvi un bel po’ di biglietti di prima classe, cene di lusso e quel corso di ceramica che rimandate da anni.

Infatti, le coppie DINK decidono di investire dove vogliono loro: cene nei ristoranti trendy, concerti, teatro, shopping compulsivo. E se proprio manca qualcosa in casa, si adotta un cane (DINKWAD) o un gatto (DINKWAC). Miao.

Il calo delle nascite in Italia è un segnale forte, e ce lo dice l’Istat. Nel 2023 abbiamo toccato il record negativo: 379.890 bambini, giù del 3,4% rispetto al 2022. E nel 2024, tra gennaio e luglio, altre 4.600 nascite in meno. Il numero medio di figli per donna è sceso a 1,20. Insomma, roba che le scuole elementari tra poco faranno i turni al contrario perché non c’è più nessuno da alfabetizzare. E non è solo un trend nostrano. In Gran Bretagna, il 51% dei 35-44enni non ha intenzione di procreare, mentre negli USA le famiglie senza figli sono il 44% e in crescita

Ma cosa vuol dire tutto questo? Significa che stiamo riscrivendo il concetto di famiglia. La scelta DINK non è solo una ribellione al “si è sempre fatto così”. È una nuova prospettiva: meno stress, più libertà, più tempo per sé stessi. E soprattutto: meno pressione sociale. Meno domande inopportune alle cene di Natale “a quando un figlio?”. Se qualche anno fa pensare di non procreare ti faceva sentire in colpa, oggi è tutto assolutamente normale.

Parola d’ordine: libertà. Di fare figli o di non farli.

Autrice: Francesca Tortini

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