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Raga, qui la situazione è tragica. E il report di Legambiente ce lo sbatte in faccia bello chiaro: nel 2024 la City si è beccata un bel secondo posto nazionale per giornate oltre i limiti legali di PM10. Sessantotto. Ripetiamo insieme: S-E-S-S-A-N-T-O-T-T-O giorni fuori legge. Davanti a noi solo Frosinone con 70. Insomma, una medaglia d’argento che avremmo volentieri rifilato a qualcun altro.
Check alla situazione "grigia" di Milano
Che il cielo sopra la Madunina sia grigio, ormai ci siamo rassegnati. Ma qui si parla proprio di un blocco atmosferico peggio del traffico sulla Tangenziale alle 18. La Pianura Padana è il Tupperware dell’inquinamento: tiene dentro tutto e non fa uscire niente. Risultato? Tra 18 e 25 città ogni anno superano i limiti di inquinamento, con Milano che non si fa mancare nulla.
E dentro la City la sfida è aperta: che zona rileva più smog? Via Marche, Senato, Pascal e Verziere sono lì che si giocano il podio delle polveri sottili, e non c’è centralina che tenga. E intanto, noi ci facciamo le inalazioni di PM10.
Ma pensavate fosse finita qui? Macché. Entra in scena un altro protagonista: il biossido di azoto (NO2). E ovviamente anche qui, Milano sul podio, terzo posto nazionale con 33,4 microgrammi per metro cubo d’aria. Chi sono gli avversari in questa competizione tossica? Palermo e Napoli.
Per chi se lo stesse chiedendo, il NO2 non è una roba figa come sembra: non è un NFT, non è una cripto, è semplicemente un prodotto del traffico. Il problema? È che questa robaccia fa male. Tipo sul serio. Non è solo fuffa green, è roba che aumenta il rischio di malattie respiratorie, infarti, problemi ai polmoni.
E allora Legambiente che fa? Lancia l’allarme e prova a proporre delle soluzioni che, detto tra noi, sembrano più fantascienza che altro: trasporto pubblico potenziato, più aree pedonali e ciclabili, blocco dei veicoli più inquinanti. Il goal? Zero emissioni entro il 2030. Cioè, ridurre il NO2 da 33,4 a 20 microgrammi e tagliare il PM10 del 34%. Roba che servirebbe un miracolo.
E mentre tutti si puntano il dito addosso, Legambiente ha deciso di non aspettare la resurrezione dei trasporti pubblici e ha lanciato la campagna Città2030: un tour in giro per l’Italia per vedere se davvero possiamo sperare in una mobilità più smart. Tradotto? Meno traffico, trasporti pubblici decenti e strade dove i ciclisti non rischiano la vita ogni tre secondi.
Ma il verdetto, per ora, è impietoso: l’aria è ancora irrespirabile e il 2030 sembra lontano anni luce.
Autrice: Francesca Tortini
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