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Game over per il bistrot di Peck a Citylife. Dopo sei anni, il locale si arrende al nemico numero uno del pranzo fuori: lo smart working. A quanto pare, l’afflusso di business people che doveva invadere le Tre Torri è rimasto un dream irrealizzato, con la pausa pranzo diventata un miraggio per chi lavora in remoto. Risultato? La storica azienda milanese chiude baracca e burattini, mentre Citylife cerca di tirare avanti con i suoi 11,3 milioni di visitatori annui. Peccato che i numeri non abbiano mai convinto davvero chi puntava tutto sulla combo "clientela premium + pausa pranzo di lusso".
Peck e il bistrot a Citylife
Peck, che già vanta il suo storico regno di via Spadari e il presidio a Porta Venezia, aveva aperto il terzo bistrot con il goal di creare un nuovo punto di riferimento nel cuore del quartiere più avveniristico di Milano. L'idea? Un locale chic per manager e professionisti che si concedono un pranzetto cool tra una call e l'altra. Ma con il Covid e la rivoluzione dello smart working, il sogno si è infranto contro una realtà ben diversa: uffici semi-vuoti e pause pranzo fatte di gallette ed insalate scondite davanti al PC di casa.
Non è bastato il via vai dei residenti o l'esercito di visitatori del centro commerciale: senza gli uffici a pieno regime, il bistrot ha dovuto salutare le Tre Torri. E mentre Peck chiude, altri marchi continuano a investire in Citylife. Tra new entry come New Balance, Salmoiraghi e persino il secondo Eroica Caffè, c’è chi scommette sul futuro del quartiere con il progetto CityWave.
Ma per Peck, l’avventura si ferma qui. La famiglia Marzotto, che guida l’azienda, ha detto la sua: "Siamo certi che questa decisione, presa in un anno di crescita del fatturato, sia la migliore per noi e che ci consentirà di essere ancora più focalizzati nella nostra continua ricerca della massima qualità".
Autrice: Francesca Tortini
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