
Milano, la città della cultura, giusto? Sì, peccato che ogni tanto qualche pezzo di storia venga asfaltato in nome del turismo mordi e fuggi. Stavolta tocca al Museo Leonardo3, che dopo dodici anni di onorato servizio rischia di essere sfrattato per far posto a una passerella metallica sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele II. Un progetto che, come nei migliori colpi di scena, è stato approvato in pieno periodo Covid, quando la gente era impegnata a panificare e a fare workout in salotto.
A lanciare il sasso nello stagno è Massimiliano Lisa, direttore del Museo, che non le manda certo a dire: «Si svela il disegno: il Museo Leonardo3, custode di meraviglia per 12 anni, deve svanire. Al suo posto, una passerella di metallo sui tetti aggiudicata durante il Covid. L’accesso da Silvio Pellico si è trasformato: un percorso più lungo e un nuovo ingresso in Galleria dischiuso senza bando. Poi il capolavoro: il tetto sull’arco della Galleria diventerà una terrazza calpestabile sotto l’occhio distratto della Soprintendenza. Lassù risuoneranno i battiti di DJ set notturni, in abbinata a quelli di Terrazza Duomo 21. Così piazza del Duomo diventerà la discoteca a cielo aperto di Gotham-Gintonic City eretta sulle ceneri di un museo».
Insomma, l'ha toccata pianissimo.
Lisa non è rimasto con le mani in mano e ha deciso di giocarsi il tutto per tutto con uno sciopero della fame. Il suo goal? Un confronto con l’amministrazione comunale. Dopo mesi di attesa, l’incontro con l’assessore c’è stato… ma è andato proprio come da copione. Ecco cosa ha rivelato a Mi-Tomorrow:
«Pensavo che questo sciopero della fame avrebbe spinto a fissare un incontro che aspettavo da ottobre 2023. Venerdì scorso ho incontrato l’assessore, che non è neanche nato a Milano mentre io ci vivo da 57 anni. Non è mai entrato nel museo, così come il sindaco Sala. Infatti, parlava di uno spettacolo, non ci conosce. Non ho potuto fare domande o spiegare, era impossibile parlare: mi interrompeva e diceva che non era possibile fare altro».
Tradotto: ciaone, il destino del Museo pare già scritto.
Lisa però non molla e si gioca l’ultima carta: il ricorso al TAR. Il nodo della questione? La negazione del suolo pubblico che ha reso impossibile la visibilità del Museo. «Ci hanno impedito di usare le due colonne e tutto ciò che rende il museo visibile».
E come se non bastasse, nella lotta per lo spazio si è inserita pure Terrazza Duomo 21, che puntava allo stesso ingresso. Il Comune ha fatto la sua scelta e il risultato è chiaro: avanti il turismo da aperitivo panoramico, indietro la cultura.
«Duomo 21 ci proponeva di usare l’ingresso di giorno e gestire noi la camminata di giorno e loro di notte, ma ho detto no: questa convivenza non funzionava».
Insomma, non sarebbe un peccato se il Leonardo3 chiudesse?
Autrice: Francesca Tortini
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