
Torna alla ribalta l'annosa questione degli stage e del loro compenso e siamo un po' indecisi su come trattarla. Tutto parte da una notizia che arriva dall'Olanda, dove la banca ING ha annunciato ufficialmente l'aumento del rimborso spese per gli stagisti: 1500 € netti al mese, nessuna trattenuta, nessuna tassa nascosta. Ora, qualcuno ha subito alzato la manina per dire: "Ecco, un tentativo di assimilare lo stage al lavoro subordinato!"... Ma a noi vien da dire che invece sia una bellissima notizia.
Di solito con gli stage si presentano quattro situazioni:
- Situazione uno: quando lo stage è gratuito e finisci a fare fotocopie o a seguire inutili riunioni online, fondamentalmente non impari niente e perdi solo del gran tempo, oltre ai soldi per vestiti, cibo, spostamenti e tempo che non dedichi ad altro.
- Situazione due: quando lo stage è gratuito e lavori come si deve, ti girano le palle a mille ma almeno impari qualcosa... ma ti continuano a girare le palle a mille!
- Situazione tre: quando lo stage è retribuito poco e lavori poco, hai la sensazione di perdere tempo ma almeno non ti senti proprio preso per i fondelli.
- Situazione quattro: quando lo stage è retribuito il giusto e lavori per imparare a lavorare, cazzarola, non va benissimo?! Per imparare non c'è come fare e se ti lasciano fare è una benedizione, non una condanna.
Ok, ma quanto ha senso guadagnare?
Visto che non siamo degli esperti del settore, abbiamo chiesto un parere a Eleonora Voltolina, direttrice e fondatrice della Repubblica degli Stagisti, realtà nata proprio a Milano tanti anni fa per cercare di fare un po’ di chiarezza nel far west degli stage e dei tirocini. RdS ha anche un riconoscimento annuale per il rimborso più alto e l’anno scorso è toccato a uno spinoff del Politecnico di Milano, Cefriel (se ve lo volete segnare).
Eleonora, uno stage ben retribuito è una buona notizia o no?
"Uno stage ben pagato è sempre una buona notizia. A chi paventa il rischio che un rimborso spese alto nasconda un rapporto di lavoro subordinato bisogna ricordare almeno due cose: 1. ciò avviene indipendentemente dall’entità del compenso (è pieno di biblioteche comunali a corto di personale mandate avanti da stagisti non pagati, spesso col sotterfugio dei tirocini curricolari); 2. un compenso basso o inesistente è un blocco all’ascensore sociale, perché taglia fuori da quello stage tutti coloro che non possono essere mantenuti. Di fatto uno stage non pagato o pagato male è una soluzione fortemente classista".
Quindi non c’è il rischio di confondere stage e lavoro dipendente?
"Talvolta un rimborso spese alto per lo stage può superare l’entry level di alcuni contratti collettivi, ma va ricordato che lo stagista percepisce solo quell’indennità: non ha ferie, non ha contributi, non ha TFR accantonato, non ha la maternità. Il contratto è sempre una tutela maggiore dello stage, che comunque per l’azienda è un risparmio".
Quindi, che cosa ci portiamo a casa da questa chiacchierata?
Se trovate uno stage ben pagato, siate felici e non rompete i co*lioni. Se lo stage ben pagato dura troppo, fatevi venire qualche dubbio rapidamente. Se lo stage ben pagato dura troppo ma vi ha almeno insegnato un lavoro, cominciate a mandare curricula a manetta che è meglio.
Autrice: Daniela Faggion
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