
Pontefice Massimo, Vicario di Cristo, apostolo di Pietro, Vescovo di Roma: job description mica da ridere questo Robert Francis Prevost. Dai su, conosciamolo un po’ meglio, dato che da ieri ce lo ritroveremo ogni tre per due nella televisione in salotto. Intanto, è il primo Papa born in the USA della storia, ma che come ogni buon statunitense è un bel mix di provenienze culturali, un po’ francese, un po’ spagnolo, e un po’ italiano. Ha studiato filosofia, diritto canonico ed è laureato in matematica (chissà se divorava anche libri di cibernetica), giusto per mettere un po’ in soggezione ai colloqui. Una vita di viaggi, la sua, impegnato nelle missioni più povere del mondo; mentre noi andavamo in Sudamerica a brasarci al sole e farci le foto, lui era a meno di cento chilometri ad aiutare gli altri. Ma tranqui, niente sensi di colpa: Prevost infatti fa il Papa, noi possiamo al massimo aspirare a diventare Supervisor.
Si è affacciato da San Pietro con quell’espressione un po’ schiva da commercialista diligente, ma lo descrivono come tutt’altro che mite, da buon Leone sa quando farsi accarezzare e quando azzannare. Lo ha dimostrato qualche settimana fa, quando J.D. Vance (vicepresidente USA) ha sparato una delle sue su X e il futuro Papa gli ha risposto per le rime, dicendogli che "Dio non fa la classifica delle persone che dobbiamo amare".
Sbeeem!
Nei giorni del pre-conclave aveva dichiarato "sono un grande appassionato di tennis, purtroppo non ho molte occasioni per scendere in campo”, scatenando la curiosità dei fanatici del Vatican Core. Tutti a immaginarsi cardinali che si dilettano in attività profane in perfetto stile Sorrentiniano, dimenticando che già Giovanni Paolo II si faceva fotografare in tuta da sci sulle piste di Courmayeur. State già sognando un incontro Sinner – Prevost sull’erba dei giardini vaticani? Chissà, le vie del Signore sono infinite.
Sì, e c’è anche un po’ di Milano in LeoneXIV. Nel primo discorso si è dichiarato "figlio di Sant’Agostino", che venne qui da fuorisede a studiare retorica, per poi rimanerci e convertirsi (chissà quanto costavano gli affitti in Ticinese sotto l’impero romano). Nel suo stemma infatti c’è il simbolo del santo (se vi sentite più confident con “logo” fa lo stesso), ovvero il cuore trafitto da una freccia, che sta a significare una svolta, una rivelazione improvvisa, quell’istante luminoso in cui decidete di mollare tutto per aprire il noleggio di kite surf in Marocco, o più umilmente, quando con una scusa sbolognate quel progetto che vi avrebbe rovinato il weekend. Il suo motto è "in illo uno unum", e no, con Google Translator non vale.
Il Leone apprezza molto l'amicizia, se mai ve lo steste chiedendo. "Avere la capacità di sviluppare amicizie autentiche nella vita è bellissimo - disse una volta -. E penso che questo sia uno dei doni più meravigliosi, l'amicizia, che Dio ci ha dato". Ci sta.
A proposito, se decidesse di prendere uno stipendio (Bergoglio ci aveva rinunciato) sarebbe di 2500€ al mese, che va bene essere morigerati, ma per fare il Papa ci sembra un po’ pochino. Ma è un Papa, quindi ci sta pure che non prenda un euro. Noi non sappiamo cosa aspettarci, di certo non i miracoli, e se tutto sommato non facesse danni sarebbe già buono. Quindi, caro Leone XIV vediamo se riuscirai a meritarti il nostro cinque per mille.
Come si dice dalle nostre parti: buon lavoro!
Autore: @il_lettore_snob
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