
In Corea del Sud, a Hongcheon, c'è un hotel che ha fatto del "meno è meglio" la sua filosofia: si chiama Prison Inside Me e offre un'esperienza unica, dove per circa 120 euro a notte, puoi vivere come un detenuto, ma per scelta.
La cella del benessere
Niente Wi-Fi, niente specchi, niente orologi. Solo una cella di 5 mq con un tappetino, una scrivania, un bagno e una divisa blu da carcerato. Il pasto? Consegnato attraverso una fessura nella porta, proprio come in un vero carcere. L'obiettivo è disconnettersi dal mondo esterno e ritrovare se stessi attraverso meditazione, scrittura e yoga. Un po' hardcore, ma chi siamo noi per giudicare.
Fondato nel 2013 dall'ex avvocato Kwon Yong-seok e sua moglie, Prison Inside Me è nato dall'esigenza di offrire un rifugio dalla frenesia della vita quotidiana. "Dopo un soggiorno in prigione, le persone dicono: 'Questa non è una prigione, la vera prigione è dove torniamo'", ha dichiarato la cofondatrice Noh Ji-Hyang.
Un trend in crescita
In un'epoca in cui il burnout è all'ordine del giorno, sempre più persone cercano esperienze che permettano di staccare la spina. Prison Inside Me offre proprio questo: un'opportunità per rallentare, riflettere e ritrovare un equilibrio interiore. A noi sembra una follia, ovviamente: cioè, per disconnetterci possiamo andare in un glamping figo, o magari in campeggio se vogliamo un'experience più wilde. Perché mai dovremmo auto ficcarci in prigione? Possibilissimo, però, che il livello di stress degli amici coreani abbia l'asticella più alta della nostra, e che a loro il contatto con la natura, un falò e una vaca in mezzo al bosco non bastino. La vacanza in progione, infatti, pare esserere molto richiesta, soprattutto da quando è diventata virale, vabbè. I babbi che farebbero la qualsiasi pur di confezionare un contenuto social non mancano mai.
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