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Il museo Leonardo3 rischia la chiusura, il direttore: “Prego Sala di ascoltarmi, la decisione ora è del Comune”

Il Tar ha respinto il ricorso, ora spetta al Comune decidere del futuro del museo.
30 Maggio 2025

Il futuro del museo Leonardo3 di Milano è appeso ad un filo.

Aperto nel 2013, per 10 anni è stato sostenuto senza problemi dal Comune di Milano, che ha patrocinando l’iniziativa. Leonardo3 è – chiaramente – dedicato a quel genio di Leonardo da Vinci e rappresenta un viaggio interattivo tra i modelli funzionanti delle sue macchine e il restauro digitale dei suoi dipinti. Il museo consente di scoprire il vero Leonardo, artista e inventore, grazie a ricostruzioni inedite delle sue macchine e restauri dei suoi dipinti in anteprima mondiale. Insomma, un posto bellobello per tutta la family.

Tutto bene fino al 2023, anche perché il museo ha sempre spaccato, tra eventi e sbigliettamenti a manetta: nel 2023, però, il Demanio ha avviato un contenzioso contro la concessionaria contestando una morosità legata al periodo della pandemia, e sostenendo pure che l’accordo con il museo non fosse di collaborazione ma di subconcessione. 

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Recentemente, Leonardo3 – che si trova in Piazza della Scala, all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II – ha avviato un altro procedimento al TAR, contestando la mancata concessione di suolo pubblico all’ingresso del Museo.
Il Tar ha però respinto il ricorso, legittimando così la decisione del Comune di far decadere le concessioni d’uso degli spazi. Insomma, rischio chiusura elevato. Ne abbiamo parlato con il direttore del museo, Massimiliano Lisa, che qualche mese fa tentò anche la via dello sciopero della fame, per salvare il museo.

Qual è la situazione attuale di Leonardo3?

Un’ombra cupa si allunga su Leonardo3. Dopo anni di impegno nel cuore di Milano, rischiamo di dover chiudere da un giorno all’altro. Il TAR ha dato ragione al Comune sulla decadenza delle concessioni del nostro partner, colui che ci permette di avere questo spazio vitale. La sospensiva che ci teneva aperti fino ad ora è caduta. Immaginate: un luogo dove la genialità di Leonardo rivive, ora sull’orlo del silenzio.

L’appello al sindaco Sala è di novembre 2024, è riuscito ad avere un confronto con lui da allora?

No, il Sindaco non ha mai varcato la soglia del nostro museo in dodici anni, né ci ha concesso un incontro. Eppure, forse proprio ora, con questa sentenza del TAR che rimette la decisione nelle mani del Comune, potrebbe essere il momento di sederci attorno a un tavolo. Milano non può permettersi di perdere un simile tesoro culturale.

Perché secondo lei il Comune vuole privarsi di una realtà culturale così importante?

Dopo anni di sostegno istituzionale, fatichiamo a comprendere questa scelta. Sembra che dinamiche esterne, legate a interessi privati focalizzati sulla trasformazione di un’area adiacente in una discoteca notturna, stiano mettendo a rischio la nostra esistenza. Paradossalmente, il Comune sembrerebbe preferire sacrificare un polo culturale consolidato per favorire tali interessi. Sebbene il TAR abbia riconosciuto delle fragilità nella posizione del concessionario, il Comune ha ora la piena facoltà di garantire la continuità di Leonardo3, un’istituzione sana che ha sempre onorato i propri impegni. 

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Avete mai discusso/valutato la possibilità di cambiare sede?

L’anima di Leonardo3 è indissolubilmente legata a questo luogo, a un passo dal monumento a Leonardo. I quasi 300.000 visitatori annui, un numero straordinario per le nostre dimensioni, testimoniano questa forte connessione. La biglietteria sostiene interamente la nostra attività, incluso il nostro centro di ricerca ventennale su Leonardo. Trasferirci significherebbe perdere questa vitalità e necessiterebbe di aiuti pubblici, di cui ora non beneficiamo.

La lettera che Martin Kemp ha inviato al Presidente Mattarella e ad altri esponenti politici ha avuto una qualche risposta?

Un silenzio assordante ha accolto l’appello di una voce autorevole come quella di Martin Kemp al Presidente Mattarella e ad altre figure politiche. Solo risposte formali, che pur riconoscendo il nostro valore, si sono dichiarate impotenti. Un’indifferenza che ferisce.

Cosa rende Leonardo3 un punto di riferimento irrinunciabile nel panorama culturale milanese?

Siamo un faro unico, un luogo dove la passione per Leonardo si traduce in esperienze immersive e contenuti originali, frutto di vent’anni di studio. Chiudere Leonardo3 non significherebbe solo lasciare a casa 25 persone, ma privare il mondo intero di una fonte inestimabile di conoscenza e meraviglia. Le parole dei bambini e dei loro genitori sono la nostra ricompensa più grande. Distruggere tutto questo sarebbe un atto inspiegabile.

Quali saranno i prossimi appuntamenti decisivi?

Speriamo vivamente in un dialogo costruttivo con il Comune. Crediamo che un tavolo di confronto sia la via più auspicabile, ancor più di un ricorso al Consiglio di Stato, per trovare una soluzione che tuteli Leonardo3.

Vuole mandare – nuovamente – un messaggio al sindaco Sala attraverso la nostra pagina?

Sì, con il cuore in mano. Sono convinto che il Sindaco non sia pienamente consapevole del valore inestimabile di Leonardo3 per Milano e delle dinamiche che ci vedono in questa situazione critica. Lo prego di ascoltarmi, di capire la nostra storia e il nostro contributo. Sono certo che, una volta compresa la verità, potrà trovare una soluzione che salvaguardi il nostro museo, i diritti di tutti e l’immagine culturale della città.

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