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Editorial
poveritivo

Stasera aperitivo? No grazie, meglio un "poveritivo". Un neologismo favoloso - bisogna ammetterlo - coniato da un gruppo di ragazzi che ha dato vita alla pagina social del momento. Facile intuire come Poveritivo serva ad indicare un aperitivo "povero", ma non nel senso di "offerta scarsa", piuttosto "low cost".

A Milano, infatti, il caro-vita riguarda anche il sacro rito dell'ape post office. Una nuova ricerca di imiglioricasinoonline.net ha analizzato gli aperitivi delle città italiane e con una media di 6 euro per una birra e 2,88 per una Coca-Cola, Milano è una delle più care della classifica, nonostante l’offerta sia tra le più ampie con 209 locali e oltre 85.000 hashtag Instagram dedicati al momento dell’ape. Quindi se da un lato per gli imbruttiti rinunciare a questo momento è impensabile, avere un punto di riferimento che segnala i place to be "onesti" dove gustarsi Spritz, birrette, patatine e pizzette senza svenarsi diventa fondamentale.

Abbiamo fatto una call ai ragazzi dietro a Poveritivo, per capire un po' com'è nata questa idea e com'è la situa ape a Milano.

Instagram
poveritivo

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Cominciamo dalle basi: chi c'è dietro Poveritivo e come nasce? 

Dietro Poveritivo ci sono 6 ragazzi prima di tutto amici di cui 4 coinquilini. Siamo arrivati tutti a Milano per studiare e lavorare e ora siamo lavoratori a pieno titolo: ci siamo specializzati tutti in ambiti diversi dalla ricerca universitaria alla comunicazione, dalla legge al design. L’idea nasce da un punto molto semplice: l’aperitivo è una delle gioie della vita e finché eravamo studenti fuorisede in altre città riuscivamo a farlo senza preoccupazioni. Arrivati a Milano, il lato economico ci ha spinto a cercare i posti più alla nostra portata e soprattutto più veri e di quartiere. Volevamo riuscire a mantenere lo stesso stile di vita anche nella città più pettinata d’Italia. 

Vi aspettavate tutta questa attenzione?

Sinceramente no, è stato totalmente inaspettato. Poveritivo nasce per gioco, per divertimento. Abbiamo iniziato a crederci davvero da un video specifico caricato su Tiktok che ha ricevuto molte visualizzazioni, pensando che fosse il social giusto. Poi, per accontentare le richieste di alcuni amici, abbiamo iniziato a caricare video anche su Instagram ed è stata quella la vera mossa vincente. Non ci aspettavamo tutta questa attenzione, soprattutto da parte di radio e giornali. Ci ha fatto molto piacere, vorrà dire che ci siamo affermati in un lato di Milano non molto battuto! 

La vostra pagina fa ridere, "ma anche riflettere": come emerge dal vostro profilo, a Milano le difficoltà economiche sono un tema. È questo secondo voi che suscita l'interesse nei confronti di Poveritivo?

Poveritivo è nato principalmente come un progetto di intrattenimento, una risposta spontanea a un’esigenza concreta: affrontare e, in un certo senso, sopravvivere alla realtà economica di Milano. Non abbiamo mai pensato di attribuire alla pagina un connotato politico o di critica sociale. Tuttavia, è inevitabile che, data la situazione milanese, le difficoltà economiche emergano e conducano naturalmente a una riflessione più profonda. Questo equilibrio tra ironia e realtà, raccontato senza eccessive pretese, contribuisce sicuramente a creare un legame autentico con il nostro pubblico. Inoltre, il significato alla base del poveritivo non è prettamente il drink economico, ma tutto ciò che vi si lega. I posti che offrono drink onesti spesso sono anche gli stessi che regalano momenti e situazioni da raccontare agli amici, dove si può fare una chiacchiera con il proprietario o con le persone che frequentano abitualmente il posto.  

È questo, secondo noi, ciò che rende vincenti i nostri contenuti. 

La vostra pagina va un po' in controtendenza rispetto a ciò che si vede su IG: immagini molto real, luoghi semplici, "sinceri", non instagrammabili, ma che offrono ciò che cercate. Possiamo dire che i video patinati hanno anche un po' stufato?

La verità è che i posti pettinati non hanno mai fatto parte di noi, sia per un tema di prezzo, sia per un tema di mood e tutto nasce proprio da questo. Su Poveritivo abbiamo scelto di andare controcorrente, mostrando una Milano più autentica, fatta di luoghi semplici, veri, non necessariamente "instagrammabili", ma che raccontano quello che cerchiamo davvero: una Milano affrancata dal suo stereotipo di localini In. Vogliamo che dai nostri contenuti si capisca che questa Milano esiste ed è altrettanto (se non più) divertente. Alla fine, le persone hanno iniziato a seguirci e scriverci perché anche loro condividono questo stile di vita “verace”.

Alla fine i locali in cui fare aperitivi economici ma buoni a Milano non mancano, però chissà perché finiamo sempre a lamentarci nei soliti noti con Spritz a 15 euro…

È nato prima l’aperitivo sovrapprezzato o i suoi fruitori? È la storia più vecchia del mondo. Si fanno sempre carte false per rispecchiare un certo ambiente sociale e forse è un po’ quello che facciamo anche noi. Milano mostra il suo lato trendy perché molte persone ne sono attratte e viceversa. Tuttavia, esiste un lato di Milano che resiste a questa tendenza ed è quello che vogliamo mostrare noi. Sin dall’inizio, il nostro obiettivo era quello di arrivare a persone che si riconoscessero proprio nel nostro stile di vita e nel romanticizzare i momenti che regalano questi piccoli bar di quartiere/provincia. Chi cerca gli aperitivi a 15€ non apprezza i poveritivi e viceversa e direi che ci va bene così.

Adesso che siete popolari come funziona? Sono i locali a scrivervi per essere recensiti, o fate affidamento sui commenti dei follower?

Partendo dal presupposto che continuiamo a fare la stessa vita di sempre, preferiamo scegliere sempre noi i posti sulla base di ciò che proviamo o sulla base dei consigli dei nostri follower che molto spesso sono molto più bravi di noi nello scovare poveritivi perfetti (captatio benevolentiae). È successo che qualche locale ci contattasse per offrirci un aperitivo in cambio di visibilità. Tuttavia, il tipo di locale che ci piace recensire non è propriamente quello che ha la pagina Instagram con il feed ordinato (alcuni dei bar in cui siamo andati non sono rintracciabili nemmeno su Maps), quindi non abbiamo mai accettato questo tipo di proposta perché proveniva da locali non in target. 

Che skills deve avere un Poveritivo davvero degno di questo nome?

Quando recensiamo un posto, le caratteristiche a cui diamo un voto sono ben definite (e le mostriamo sempre su un tovagliolino di carta a fine video): sicuramente grande importanza ha il prezzo. Può essere tutto perfetto, ma se uno spritz costa 20 euro, non ci siamo proprio. 

Per dare una valutazione completa del poveritivo abbiamo inserito anche altre variabili all’interno del voto, come ad esempio la posizione, il cibo e l’alcool. Il voto di queste ultime due voci, per essere il più possibile oggettivi, è una media tra qualità e quantità. 

Ciò che ci interessa, infatti, non è vedere soltanto il prezzo del drink preso singolarmente, ma confrontarlo con la posizione del locale e il cibo offerto, in modo da riuscire a scovare un poveritivo conveniente a 360 gradi.  

Ultimo requisito ma non per importanza, il mood. Come specificato più volte, ci sono posti di Milano che semplicemente non ci appartengono. Lì il voto sarebbe assolutamente basso!

Dai, segnalateci il Poveritivo più imbruttito che avete testato...

Il locale più imbruttito dove siamo stati è il locale di Giulio a De Angeli (anagraficamente “Vintage Café”). Infatti il proprietario apre e chiude il locale con il carpe diem come unico criterio. Anche il refill di patatine o le piadine ripiene vengono offerte completamente a caso e a seconda dell’umore di Giulio. La fauna degli habitué è davvero variegata: di fianco a un tavolo di giovani consulenti si può facilmente trovare un gruppo di milanesi di mezza età abitanti del quartiere. Con uno di questi ci è anche capitato di intavolare una discussione su come “si stava meglio prima” fino a chiusura del locale. 

In definitiva, un bar in grado di rappresentare la Milano del passato e quella del presente. 

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